Un anziano su tre in Abruzzo ricoverato per più di una settimana oltre il dovuto perché in casa nessuno lo assiste. È il risultato di un’indagine della società scientifica di Medicina interna Fadoi condotta in tutta Italia e che porta a un costo extra di 31 milioni di euro.
Lo studio rivela che nell’87,5% dei casi gli anziani abruzzesi non hanno familiari o badanti in grado di garantire la necessaria assistenza; a questo si aggiunge il fatto che per 6,2% non ha la possibilità di entrare in una rsa.

Circostanze queste che si traducono in una permanenza di un terzo degli anziani ricoverati in ospedale di oltre una settimana in più rispetto a quanto indicato dal medico. Un altro terzo ci passa da 5 a 7 giorni in più, la restante parte da 2 a 4 giorni in più.
Secondo la riforma delle cure primarie stabilita dal nuovo Dm 77, si dovrebbe mettere riparo alla situazione grazie all’apertura di nuovi ospedali di comunità, strutture intermedie dove dovrebbero essere assistiti pazienti che non necessitano più del ricovero ordinario ma che nemmeno possono essere assistiti in casa.

Per il presidente di Fadoi, Dario Manfellotto, però la soluzione individuata non è adatta: «Le ricette come le case della comunità e gli ospedali di Comunità sono vecchie. Sono modelli che abbiamo già definito e sperimentato ma che spesso non funzionano e lo abbiamo visto per esempio col Covid. Non mi sembra che lì dove erano presenti le Case della salute vi sia stata una maggiore capacità di fronteggiare per esempio la pandemia. Rafforzare il territorio non vuol dire disseminare l’Italia di altre strutture burocratiche, come le oltre 600 centrali operative territoriali, previste all’interno degli attuali distretti. Si deve soprattutto mirare a mettere insieme le forze già in campo, che sono molte ma senza una regia. Sono necessari avere percorsi di assistenza chiari e semplificati, evitando di creare ulteriori percorsi a ostacoli per cittadini e operatori sanitari, proprio in quel “territorio” che dovrebbe agevolare le cure. E poi un ospedale di Comunità a quasi totale gestione infermieristica non può funzionare. C’è una riduzione del numero dei medici e una diminutio del ruolo del medico: questo non può essere il futuro della sanità».

Dichiarazioni e dubbi, questi, che stridono con quanto programmato da Regione e Asl Lanciano Vasto Chieti. L’azienda sanitaria qualche giorno fa ha affidato i lavori di progettazione per 3 ospedali di Comunità (Chieti, Atessa, San Salvo), 11 case di Comunità (Chieti città e allo Scalo, Francavilla, Guardiagrele, Ortona, Lanciano, San Vito, Atessa, Casoli, Villa Santa Maria, Vasto, San Salvo), e 4 Centrali operative territoriali (Lanciano, Casoli, Chieti e San Salvo). Costo complessivo delle opere: 25 milioni di euro.