Si è conclusa ieri, domenica 8 gennaio, la tre giorni della mostra “Percezioni – Frammenti di realtà”, organizzata dal Progetto Giovani in collaborazione con l’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Vasto.
A fare da sottofondo all’esposizione delle opere degli artisti, due serate in musica: venerdì 6 gennaio, è stata la voce della cantautrice Lysa ad accompagnare le visite alla mostra, sabato 7, a riempire la sala del Centro Berlinguer, le note della fisarmonica di Damiano Di Tullio. I due musicisti sono iscritti al Registro dei Giovani Artisti, nato, come spiega Giorgia Berardi, una delle organizzatrici di “Percezioni”, per «dar spazio ai giovani talenti di Vasto a cui spesso, nel nostro piccolo, non diamo le giuste opportunità».
Il nome di Lisa Gambatese, in arte Lysa, è noto per la partecipazione della cantautrice, nel 2021, al talent show di Rai2 X Factor. L’artista, nata in Germania nel 1999 e arrivata in Italia quando aveva 7 anni, aveva incantato giudici e pubblico con la sua Alaska, brano dedicato al nonno Janusz, che la definiva una “popstar” e l’ha convinta a studiare canto. Musica che per Lysa è stata anche un ponte linguistico quando, arrivata in Italia, sono stati proprio i brani dei cantautori nostrani ad aiutarla a capire l’italiano e a integrarsi. «Dalla mia partecipazione a X Factor – racconta Lysa – sento di aver reso concreta un’evoluzione della mia musica e una crescita di me stessa. Dal talent show sono rimasta sempre sulla stessa onda, esprimendo in modo naturale e semplice quello che provo attraverso le mie canzoni. Sto progredendo verso posti nuovi, ma non troppo lontani da Alaska. Adesso vivo a Milano e sto per firmare un contratto con un’etichetta discografica con la quale sono pronta a fa uscire un album. Dopo X Factor ho scritto circa 15 nuovi pezzi, quindi ho abbastanza materiale per poter pensare alla pubblicazione di un disco. Tra i nuovi brani, quello che mi piace di più e a cui tengo davvero tanto è Driven. È una canzone che parla di un amore tormentato, di una Milano spenta, fredda e tutto questo sarà un po’ il tema del prossimo disco. È una sorta di evoluzione da Alaska, quindi dall’amore di mio nonno per la musica, alla vita semplice dei ventenni con la città che fa da sfondo agli amori tormentati. Quello che scrivo è il riflesso del mio percorso personale, e credo che questo sia la chiave di tutto, ovvero la musica ispirata al vissuto, all’esperienza. Nelle canzoni tendo ad “esasperare” un po’ quello che mi succede, ma la mia musica parla tanto della mia vita».
E parlando della partecipazione a xFactor dice: «È stata un’esperienza bellissima che consiglio a chi voglia provare a mettersi in gioco. Sicuramente non ero abbastanza pronta o abbastanza forte per poter rimanere nel programma e forse anche musicalmente avrei potuto dare di più. Senza dubbio è stata un’avventura importante e formativa, ma sicuramente ci sono altri modi per emergere nel mondo della musica e penso che la gavetta e la progressione graduale siano sempre la strada migliore per non rischiare di perdere la propria identità». Ad accompagnare Lisa nella sua esibizione, Elia D’Ovidio, che collabora con lei da circa 7 anni. «All’inizio eravamo bambini che facevano cover al computer – racconta – poi piano piano abbiamo iniziato a scrivere canzoni. Le prime erano in inglese, ed erano anche abbastanza brutte, poi ci siamo accorti che forse per cercare di fare qualcosa in Italia, l’italiano era la scelta fondamentale. Mi occupo di produzione e arrangiamento dei pezzi e al momento anche di mix e mastering. Durante i concerti suono la batteria e mando in play le produzioni che abbiamo fatto precedentemente. Il nostro è un lavoro corale: a volte lavoriamo insieme, ma spesso capita di dover scegliere i pezzi che ci sembrano più belli, tra le centinaia che Lysa scrive al pianoforte».
Le canzoni di Lysa su Spotify
A fare da sottofondo alla seconda serata di “Percezioni”, tra sonorità barocche e note del tango, la musica della fisarmonica di Damiano di Tullio. «Ho scoperto questo strumento grazie a mio padre, che mi ha fatto appassionare alla fisarmonica. Poi mi sono iscritto alla Scuola Civica Musicale di Vasto, dove ho incontrato il mio attuale insegnante, il maestro Adriano Ranieri, che è riuscito a mostrarmi le potenzialità di questo strumento con repertori praticamente sconosciuti ed è un percorso che mi ha appassionato. La fisarmonica è uno strumento completo che consiglierei di studiare anche agli altri ragazzi. È uno strumento in grado di suonare sia come solista, ma anche in formazioni più o meno grandi, in ensemble cameristici o in orchestre e riesce ad eseguire qualsiasi tipo di repertorio. Studiare musica – afferma – non è importante solo per chi vuole fare il musicista, ma dovrebbe essere un’attività libera per tutti perché fornisce valori essenziali per la comunità. Penso che la musica riesca a collegarci con le porte dell’emotività e ci permetta di avere quella sensibilità che ci aiuta nella vita di ogni giorno».
Una storia d’amore, quella con la musica che Damiano vive da molto tempo. «Ho iniziato ad interessarmi alla fisarmonica quando avevo 8 anni – afferma – ma ho deciso di studiare con più serietà quando ne avevo 16. È uno strumento molto impegnativo e cerco di essere costante con la pratica, con circa 5 o 6 ore giornaliere di esercizio. Ho la passione per la composizione e mi piacerebbe inserire nel mio percorso formativo questo elemento anche se per adesso preferisco studiare i repertori di grandi artisti». Non solo la partecipazione a “Percezioni”, tante le esibizioni che hanno visto Damiano come protagonista. «In questo periodo – racconta – mi sono esibito a Vasto nel concerto di raccolta fondi “Musica per la musica”, ho suonato con l’ensemble Baccano di Francavilla e in occasione degli ultimi concerti del coro polifonico Histonium di cui sono membro».
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