Dallo spioncino un pugno all’agente, i sindacati: «Ignorate le nostre denunce»

Un altro poliziotto aggredito nel carcere di Vasto. Colpito con un pugno, finisce prima in infermeria e poi al Pronto soccorso. Stamattina, nella prima sezione, al primo piano della casa lavoro di Torre Sinello, come di consueto, alle 11,30 il personale ha chiuso le celle, poi ha fatto l’appello, infine un lavorante, scortato da un agente di polizia penitenziaria, ha iniziato a distribuire il vitto.

Un internato magrebino cinquantenne, al passaggio del carrello del pranzo, ha cominciato a inveire e lanciare, attraverso le sbarre, la frutta contro il lavorante. L’agente gli ha detto di smetterla e, di risposta, anche lui è stato insultato. Allora l’agente ha deciso di chiudere il blindato: la porta di metallo pieno antistante la grata d’ingresso. A quel punto, l’internato ha infilato un braccio nello spioncino aperto e gli ha tirato un pugno in faccia facendogli cadere gli occhiali. Curato nell’infermeria e poi refertato dai medici del Pronto soccorso dell’ospedale San Pio da Pietrelcina di Vasto, l’uomo se l’è cavata con un ematoma e alcune escoriazioni. Cinque giorni di prognosi.

Protestano i sindacati: «Manca il personale, lo diciamo da anni», ribadiscono Giovanni Notarangelo (Sappe), Leonardo De Troia (Sinappe) e Renato Tramontano (Uil). «Ma il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non si fa sentire. Le nostre denunce sono cadute nel vuoto».

Nei giorni scorsi un altro evento critico: un internato si era rinchiuso nella palestra del carcere.

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