È un abbraccio commosso e sincero quello delle tante persone che oggi, nella concattedrale di San Giuseppe, hanno dato l’ultimo saluto a don Giovanni Pellicciotti, morto lunedì a 92 anni. Nella messa funebre presieduta dall’arcivescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, ci sono tanti sacerdoti nel rendere omaggio al loro confratello. In chiesa i gonfaloni dei Comuni di Vasto e Gissi e lo stendardo della Confraternita della Madonna del Carmine.
Nell’omelia monsignor Forte ha ricordato il percorso del sacerdote, nato a Casalbordino, ordinato nel 1954. «Il suo sacerdozio ministeriale è iniziato prima come viceparroco, a Santa Maria Maggiore, con una intensa attività per i giovani dell’Azione Cattolica. Poi è stato a Gissi, fino alla fine degli anni ’60, anni fecondi ricordati da tanti. Poi fu chiamato a essere parroco della concattedrale di San Giuseppe, 41 anni in cui ha speso la vita per questa comunità, servendo la città del Vasto e formando generazioni di vastesi nel cammino della fede. Ricordo la serenità con accettò di divenire parroco emerito e accogliere un nuovo parroco, don Gianfranco. La loro collaborazione è un modello e un esempio di come un sacerdote giovane e un sacerdote anziano possano lavorare insieme nella distinzione dei ruoli, nell’amicizia e nel rispetto reciproco. Ora, recentemente, la venuta di don Luca, che aveva accolto con gioia. Quindi questa tempesta, poi l’apparire di questo male che in un tempo così breve lo ha portato alla morte. Quando sono stato a trovarlo era quasi incosciente ma quando ho recitato il Padre Nostro le sue labbra si muovevano, come a volersi affidare al Padre». Monsignor Forte ne ha anche ricordato l’intensa attività culturale e l’attenzione ai luoghi di culto, che lo hanno visto promotore di importanti opere di restauro nelle chiese di San Giuseppe e del Carmine.
Al termine della celebrazione è stato il parroco di San Giuseppe, don Luca Corazzari, a leggere il testamento di don Giovanni, con parole che testimoniano, ancora una volta, la grande statura morale dell’uomo e del sacerdote.
«Ringrazio il Signore per essere vissuto in questa epoca di radicali mutamenti. L’essere al servizio della gente ha richiesto molti sacrifici ma mi ha riempito di grandi soddisfazioni. La parrocchia è stata sempre la mia famiglia e per essa ho cercato di dare tutto, nonostante i miei non pochi limiti. Chiedo scusa a coloro che hanno avuto a che fare con me», sono i primi passaggi del testamento in cui parla anche delle condizioni di salute, prospettando una doppia strada per i suoi ultimi giorni, segnati dalla malattia.
E poi ancora: «Chiedo scusa a quanti con il mio temperamento ostico avessi volontariamente o involontariamente offeso. Ai miei parrocchiani non ho da dire nulla, se non ringraziarli per il bene che mi hanno voluto. Raccomando loro di sentirsi sempre amati dal Signore».
Anche in questi giorni tutti hanno ricordato don Pellicciotti per il suo sorriso che sapeva accogliere tutti. E, nel suo ultimo messaggio, emerge ancora l’affetto per la gente. «Abbraccio quanti mi hanno voluto bene, quanti hanno collaborato con me per il Regno di Dio, i miei confratelli nel sacerdozio e li aspetto, spero nella misericordia di Gesù Sommo Sacerdote, nel Paradiso.».
Il sindaco di Vasto Francesco Menna ha portato il pensiero della società civile. «È desiderio del Comune di Vasto, del Comune di Gissi, del sindaco Agostino Chieffo, del Comune di Casalbordino, del sindaco Filippo Marinucci manifestare cordoglio alla famiglia di don Giovanni e a tutta la comunità e fraternità sacerdotale. Don Giovanni ha incarnato il sacerdozio dell’unità, il suo sorriso che invitava sempre a far prevalere il perdono. Un sacerdote nasce dopo migliaia di uomini, fa quello che potenzialmente potrebbero fare migliaia di uomini. Grazie, don Giovanni, per quello che hai fatto per tutti noi».
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