In dispArte: dai ragazzi della “Palizzi” una maschera di colori per dire no alla violenza sulle donne

Il grande scrittore e poeta irlandese Oscar Wilde diceva che “spesso una maschera ci dice più cose di un volto“: un’affermazione non banale e che sembra calzare a pennello per spiegare il progetto In dispArte realizzato dai docenti e dagli studenti di alcune classi del Liceo Artistico “G.Palizzi” di Lanciano in occasione del 25 novembre, data in cui ricorre la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. Seguendo il loro estro, la loro creatività ma anche e soprattutto una sensibilità che non è solo artistica, i ragazzi delle classi II C, IV A, IV C, V A e V C, partendo da una maschera bianca, neutra ed uguale per tutti hanno dato senso e vita a dei veri e propri volti di donna che, attraverso i segni (anche fisici), i colori ed i simboli vogliono raccontarci le tante storie che, purtroppo quotidianamente, vedono le donne vittime di violenze. Violenze troppo spesso inspiegabili perché arrivano da parte di quei mariti, compagni o amici dovrebbero invece proteggerle. Storie difficili di amori malati celati da una maschera che anche, se non fisica, viene indossata da troppe donne del mondo. Una maschera che giornate come quella del 25 ed eventi come quello della Palizzi vorrebbero far cadere per far sì che queste madri, mogli, figlie e compagne possano finalmente mostrare la loro identità e diversità senza dover vestire ogni volta i panni di un personaggio, il cui volto sofferente è nascosto dalla finzione.

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Sono gli stessi studenti-artisti a spiegare a Chiaro Quotidiano i significati delle loro maschere: si va da un cappello che, con una piccola casa all’interno che simboleggia la violenza domestica ma anche essendo un copricapo, quella psicologica, alla maschera rigata di sangue con la scritta “indifferenza”, passando per creazioni che incarnano anche il punto di vista degli aggressori che spesso lasciano ferite non solo sul corpo ma soprattutto nell’animo e nel cuore delle donne. Delicatezza e fragilità raffigurate anche con i fiori e con le rose che da rosse diventano nere a simboleggiare il cambiamento che avviene nella psiche di queste vittime. Ma la violenza passa anche da altri segni come bambole dalle bocche cucite, fili di ferro e bruciature segno di un’oppressione che impedisce alle vittime di difendersi non solo con il corpo, ma anche verbalmente: del resto molte delle vittime tendono a minimizzare o addirittura a negare per paura della reazione e delle conseguenze che una denuncia coraggiosa può comportare. Nelle opere dei ragazzi però ci sono anche sentimenti e pensieri positivi raffigurati tramite le farfalle o il volo degli uccelli e delle rondini. Queste maschere sono creazioni complesse e che ci parlano anche con allegorie particolari come quella che ricalcando i volti di alcune delle donne più celebri della storia vuole diventare il punto di riferimento per un riscatto personale che porti ad un futuro diverso fatto di libertà, indipendenza e soddisfazioni anche e soprattutto professionali.

Le creazioni degli studenti non si limitano alle maschere ma anche grazie alle competenze che stanno acquisendo nel loro percorso di studi, hanno dato vita a dipinti, sculture, arazzi, istallazioni e addirittura ad abiti (in particolare dei poncho) che saranno indossati durante la manifestazione di venerdì 25. Tante tecniche spesso differenti, ma unite nel veicolare un messaggio di solidarietà che possa sensibilizzare e far capire a tutti i motivi per cui certe giornate assumono un significato davvero particolare.

«L’evento – spiega la professoressa Alessandra De Laurentiis tra le curatrici e promotrici dell’iniziativa – inizierà dalla mattina per proseguire per tutto il pomeriggio di venerdì 25 novembre. Gli appuntamenti della mattina sono riservati agli studenti che con il capo coperto si recheranno in Piazza Plebiscito, dove faranno alcune letture simboliche davanti alla panchina rossa. Successivamente – afferma ancora la docente – scopriranno il capo per dare vita ad una performance molto particolare in sostegno della protesta delle donne iraniane. Sulla piazza ci saranno inoltre diverse istallazioni tra cui due arazzi che scenderanno dal balconcino del palazzo comunale (che sarà illuminato di rosso). Successivamente – sottolinea De Laurentiis – ci si dirigerà verso la sala “Benito Lanci” dell’ex Casa di Conversazione. e salendo ogni alunno con un gessetto scriverà il proprio nome sulle scale del comune. Dentro la sala verranno poi recitate delle poesie ed alcune riflessioni. Tra le letture scelte diverse riguarderanno alcune celebri opere d’arte inerenti al tema della violenza sulle donne, tra cui ad esempio quelle di Artemisia Gentileschi».

A ciò si aggiungerà l’esposizione di tutte le opere d’arte contemporanea create dai ragazzi della scuola, ed un momento musicale in cui verranno ascoltati alcuni brani simbolo. durante la mattinata in collaborazione con il Centro Dafne ci sarà la testimonianza di una ragazza a cui farà seguito la visione di un cortometraggio. Nel pomeriggio gli appuntamenti si ripeteranno con la presenza di alcuni esponenti di Amnesty Internartional, e saranno rivolti a tutti i cittadini interessati, nella speranza che l’indifferenza finisca e con essa la violenza su tutte le donne.

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