La consigliera di minoranza ed ex assessore dell’amministrazione Pupillo, Dora Anna Bendotti è tornata a chiedere, attraverso un comunicato stampa una rinnovata attenzione e maggiore sinergia verso i temi sociali, «non è nostra abitudine, mia e del gruppo che rappresento in consiglio comunale – si legge nella nota – strumentalizzare ed ” utilizzare” fatti e situazioni sociali che avvengono sul nostro territorio per poter far politica; ciò nonostante non possiamo rimanere in silenzio senza riflettere su quanto in questi mesi sta accadendo nelle nostre strade e di cosa stia facendo la politica cittadina per ridurre questo costante e ripetuto disagio. Fatti di “malessere ” e “disturbi” sociali sono diventati all’ordine del giorno: dalle tristi storie di solitudine e abbandono, a disagi psichici “non ascoltati”; di giovani presi da raptus violenti contro se stessi (come ad esempio il caso del ragazzo lanciatosi dalla finestra della ospedale nel reparto di psichiatria)o verso gli altri (come ad esempio, il ragazzo che con la sua auto correva all’impazzata lungo il corso Trento e Trieste, ) o anche come l’episodio solo dell’altro giorno in pieno centro accaduto tra un ragazzo “conosciuto” per i suoi disturbi e un innocente cittadino, e non per ultimi, i fatti di vandalismo in città. Il dovere e le responsabilità che quotidianamente un’amministrazione sono tenuti a portare avanti – attraverso il settore sociale- sono concetti ed azioni costanti, domande a cui trovare risposte nell’ agire con concretezza e prontezza in merito queste tematiche.

Ad oggi – afferma ancora la Bendotti – quali sono le strategie e le risoluzioni messe in campo in maniera concreta e rapida dalla giunta Paolini? Sento parlare solo di installazioni di telecamere, dell’ampliamento del “raggio di controllo” , ma qual è l’approccio umano e professionale ed anche pratico dedicato a questa delicata tematica? Si può davvero pensare di poter risolvere il problema con “occhi meccanici” in più? Muoversi nell’ambito sociale non significa solo deliberare atti , scorrere liste di attesa e istituire “nuove realtà di consulenza”, ma significa creare opportunità di aggregazione e di vicinanza , significa avere orecchie ed occhi attenti per captare tutte quelle silenziose situazioni che si nascondono dentro le mura domestiche delle nostre famiglie. Mi piacerebbe – afferma ancora l’ex assessore – sentirmi al sicuro non solo attraverso un potenziamento della vigilanza ma anche protetta e tutelata da una serie di professionisti ed istituzioni che hanno a cuore il benessere psichico di tutti , soprattutto dei più fragili. Il piano sociale è stato appena presentato, il “piano regolatore ” dei servizi sociali è pronto per essere presentato alla Regione ma, non basta. Non bastano le risorse stanziate, sempre troppo poche e in ritardo. Serve un’attenta presenza e vigilanza , una continua relazione con la rete sociale territoriale e la casa comunale, serve che tutte le realtà del terzo settore parlino, comunichino, interagiscano e non si “facciano la guerra”: tutti dobbiamo arrivare ad un obiettivo comune, ovvero rendere la nostra città a misura di tutti. Il famoso detto “Prevenire è meglio che curare” è oggi sempre più attuale, veritiero e necessario che mai».