Un periodo di navigazione a bordo delle navi scuola della Marina Militare Italiana è un’esperienza da ricordare a lungo per chi sogna un percorso professionale nel mondo del mare. Ed è stato così per due studenti dell’Istituto nautico di Ortona, la vastese Denise Marzocchetti e il sansalvese Mario Orlando che, grazie all’Anmi, hanno potuto vivere per alcuni giorni fianco a fianco con gli equipaggi del Palinuro e dell’Amerigo Vespucci. Come ogni anno la Marina offre la possibilità a giovani studenti delle superiori, reclutati attraverso l’Anmi e altre associazione legate alla marineria, di salire a bordo per campagne di una decina di giorni. Al loro ritorno sono tanti i racconti da condividere, anche con chi, in mare, ha vissuto tanti anni della sua vita.
Nella sede dell’associazione vastese i due giovani hanno aperto il loro personale diario di bordo. Denise Marzocchetti, al terzo anno dell’Acciaiuoli-Einaudi, si è imbarcata a Napoli sulla nave scuola Palinuro per una navigazione fino a Taranto. «Eravamo nel periodo di inizio autunno e, soprattutto durante la notte, quando ero di vedetta, il freddo si faceva sentire». Durante i primi giorni di navigazione «abbiamo affrontato un mare agitato che si è fatto sentire. Non è stato facile abituarsi, provieni dalla terraferma e, d’improvviso, ti ritrovi in mare aperto». Nel percorso formativo all’istituto ortonese ci sono «le uscite con la nave scuola ma, dopo 4-5 ore, si scende. Sul Palinuro, dopo una giornata intera, andare a riposare sull’amaca non era da poco». La giovane vastese ha trovato molta accoglienza da parte del personale di bordo. «Con il nostro gruppo di studenti hanno mostrato disponibilità chiedendoci, però, di abituarci allo stile della vita di bordo. Io ho dato tutta me stessa per lasciare qualcosa ad ognuno di quelli che ho incontrato, spero di aver lasciato un’impronta di me. Sicuramente ho appreso molto dalle persone che sapevano più di me».
Quelli vissuti sul Palinuro «sono stati dieci giorni intensi e di lavoro ma anche dieci giorni di tante soddisfazioni. Nonostante tutto, con le difficoltà che ci sono state, sono riuscita a portare a termine questa esperienza e ne sono molto contenta. Tra le emozioni più forti c’è stata la navigazione a vela. «Quando si spegne il motore e avanzi in mare con le vele spiegate, senza sentire rumori, vivi una sensazione che non capita tutti i giorni».
A bordo Denise ha potuto misurarsi con diversi compiti. «È stata una vita molto intensa, sono stata in plancia, in sala macchine, di vedetta e anche in cucina a pelare le patate. Ho fatto tutte le esperienze possibili, cercando di sfruttare ogni istante di questa esperienza per arricchire il mio bagaglio personale. Il legame tra noi ragazzi è stato intenso e una grande mano ci è stata data anche dall’equipaggio, sempre prodigo di consigli e dritte per superare i momenti che potevano sembrare più critici».
Mario Orlando, studente del quinto anno, ha vissuto la sua navigazione sull’Amerigo Vespucci, la nave più bella del mondo. «Abbiamo navigato da Livorno a Venezia senza soste. Sono stati undici giorni, 1119 miglia, 158 ore di moto», dice con fermezza come i più esperti ufficiali di bordo. Aveva avuto già l’occasione di visitare la nave scuola «ma restarci sopra undici giorni, senza mai scendere, è tutta un’altra esperienza». La possibilità offerta ai giovani studenti dalla Marina è altamente formativa. «Sono andato senza conoscere nessuno, ritrovandomi con ragazzi di tutta Italia, ognuno con esperienze diverse. Con i militari c’è stato un bel rapporto sin dall’inizio. Ognuno, a suo modo, ci ha accolto. Con i più giovani c’è stata la possibilità di legare maggioramente». Anche per chi frequenta un istituto nautico vivere una navigazione del genere «non è un’esperienza che capita tutti i giorni». Tra le attività quotidiane c’erano «turni di guardia di notte e giorno, la presenza in plancia. E poi bisognava lucidare gli ottoni, frattazzare e, quando si finiva di mangiare, c’erano le gamelle da lavare».
L’arrivo a Venezia è stato affascinante, con la sagoma del Vespucci che si è stagliata davanti a San Marco. «Non c’ero mai stato e ho vissuto davvero un momento bellissimo». Durante la navigazione l’equipaggio ha affrontato diverse condizioni climatiche. «Abbiamo preso tanto mare ma siamo riusciti anche ad andare a vela». E quando, in mare aperto, si alzano gli occhi al cielo e, nel buio assoluto si guardano le stelle «beh, direi che è una sensazione che puoi capire solo se la provi». In nave ci si misura con i propri limiti e le proprie capacità. «Ti serve una mano? Non hai mamma e papà che ti vengono incontro ma chiedi aiuto ai tuoi compagni. In più occasioni, anche quando non ero in turno, ho aiutato altre squadre sapendo che, quando avrei avuto bisogno io, gli altri avrebbero fatto lo stesso».
L’esperienza vissuta da Denise e Mario arriva in momenti diversi del loro percorso scolastico. Il 18enne sansalvese la prossima estate affronterà la maturità. «Poi vorrei imbarcarmi su qualche nave mercantile o entrare nella Marina Militare. Vorrei stare lontano da casa, non perché qui non stia bene, ma perché poter vivere la libertà del mare è tutt’altra cosa». A Denise manca ancora un p0′ ma le idee sono altrettanto chiare. «Ho scelto il nautico perché penso possa darmi tanti sbocchi lavorativi nel mio futuro. Voglio realizzarmi in questo mondo e spero di potermi imbarcare. Il mare mi è sempre piaciuto, ho sempre avuto questa passione. Poi mio nonno da giovane è stato nell’esercito e questo suo percorso mi ha sempre ispirato. Le prime esperienze mi piacerebbe farle su un nave militare, perché sono quelle che ti danno l’impronta».
Per il presidente Di Donato e i soci Anmi ascoltare i racconti dei due giovani marinai è l’occasione «per riaccendere tanti ricordi. Poter favorire queste esperienze è anche una soddisfazione – dice il presidente dell’associazione -. I ragazzi hanno l’occasione di andare fuori casa e scoprire un altro tipo di vita, conoscere altre persone. Ci fa piacere che per Denise e Mario, come per i ragazzi e le ragazze che hanno già vissuto la navigazione su Palinuro e Vespucci, sia stata una bella occasione. Speriamo che i giorni trascorsi in mare restino in loro come impronta di vita per affrontare il loro percorso».