Lo “stargate” del liceo artistico di Vasto alla Biennale nazionale dei licei artistici

Anche quest’anno il liceo artistico Pantini-Pudente di Vasto è stato selezionato tra tanti licei italiani per partecipare alla IV Biennale dei Licei artistici italiani. La mostra-concorso indetta dal Ministero della pubblica istruzione e organizzata da Re.Na.Li.Art. (Rete Nazionale Licei Artistici) quest’anno ha come tema “Il Futuro” prendendo spunto da una citazione dello scrittore Albert Camus: «Ogni creazione autentica è dono del futuro». Sarà inaugurata a Roma nella sala “Aldo Moro” del ministero dell’Istruzione il 3 novembre e sarà visibile presso lo Spazio WEGIL fino al 18 novembre.

La scuola vastese partecipa con un’opera molto particolare, Stargate, realizzata da tre studentesse, Emily Lazara Maccione, Luna Felice e Silvia Travaglini, guidate dal professor Giuseppe Colangelo. «Abbiamo pensato molto a cosa poteva rappresentare il futuro per noi, si è aperto un ventaglio smisurato e complesso, che da una piccola questione grammaticale finisce per sconfinare in mondi più vasti, orizzonti infiniti – raccontano le ragazze – . Abbiamo pensato subito ai mondi fantascientifici lontani, la tecnologia, le luci a neon, quel futuro astratto di cui si parla nei romanzi cyberpunk o nei videogiochi. Ma era così lontano da noi che nessuna è stata in grado di sentirsi partecipe, o di sentirsi di possedere quella cosa così tanto da poterci lavorare. Distaccandoci da una visione del futuro come ci viene presentato sui social o di come ci viene raccontato, abbiamo provato a renderlo più nostro, abbiamo trovato la nostra strada, e abbiamo deciso di lavorare su qualcosa di più personale. Le nostre emozioni, il nostro futuro. Abbiamo preso questa opportunità come una sfida, abbiamo stretto i denti e abbiamo fatto mente locale al periodo della pandemia, ragionando e analizzando il modo in cui ci ha cambiate, ci ha plasmate e ci ha fatte crescere. A come la solitudine ha avuto la meglio su alcune di noi, e di come questa parola futuro diventava sempre più astratta. Diventava una ferita, viva, angosciante, sanguinante. Però c’era l’arte. E la voglia di superare una paura, quella del tempo. È il concetto sul quale abbiamo giocato lasciandoci trasportare nel lavoro tenendoci per mano, come i bambini che giocano sotto il sole primaverile. Il tempo da una paura è diventato un rifugio. La concretizzazione di questa idea è avvenuta durante la lettura della teoria dei ponti Einstein-Rosen,prima teorizzata da Ludwig Flamm. Secondo la teoria di Einsten e Rosen esiste un tunnel che connette punti diversi nello spazio-tempo, come se fossero delle scorciatoie. Questi punti sono detti stargate, e il tunnel è conosciuto con il nome di wormhole. Il passaggio da uno stargate all’altro permette di viaggiare tra linee temporali diverse. Appassionati da questa teoria abbiamo effettuato uno studio sulle illustrazioni del worhmhole di Flamm presenti nel libro di Kip Thorne e da lì abbiamo notato la forma di questi stargate. Delle circonferenze. È stato il nostro inizio».

Tre  studentesse, diplomatesi l’estate scorsa, hanno lavorato per la realizzazione dell’opera. «Le illustrazioni realizzate da noi sono diverse, siamo partite da una forma composta da una circonferenza che incastona una spirale al suo interno, costituita da frammenti di rocce che diventano man mano più piccoli quando si avvicinano al centro, come un buco nero che attira a sé la materia di cui sono costituite per divorarle e dissolverle. L’altra forma che abbiamo studiato è quella dove prende vita il nostro stargate. Composta da due circonferenze concentriche che formano un anello incasellato da coni e con un oculo nel centro da cui si disperde la luce. Questa richiama di più il modo in cui nell’immaginario fantascientifico vengono pensati gli stargate. Grandi cerchi formati da tante piccole parti metalliche che ne decorano il bordo. Il nostro, invece di avere quelle piccole parti in metallo, ha dai coni che richiamano la luce. Per l’esattezza come questa veniva rappresentata nelle opere del Bernini. E la luce che fuoriesce dal centro assume un significato simbolico, spirituale, energetico. Lo schizzo finale non è altro che una figura con più significati, che prende dei concetti di un immaginario futuro con un richiamo al passato necessario e fondamentale. Può rappresentare uno stargate come una porta, un inizio di un nuovo percorso. Come un cerchio di protezione, un accumulo di energie che rimangono al proprio interno. O come un’iride, un occhio nuovo con cui poter avere una nuova chiave di lettura di quello che succederà, un nuovo modo di vedere le cose.

Nella circonferenza interna, sono stati aggiunti dei led, come se fosse un invito a sporsi verso qualcosa che non conosciamo. Alla fine da un’immagine del futuro pluridimensionale, e quando altre persone guarderanno l’opera, non sarà più il nostro stargate, ma sarà lo stargate di tutti. Anche perché la partecipazione del pubblico è necessaria per rendere viva l’opera. Lo stargate, è una struttura tridimensionale con la quale il fruitore potrà avere la possibilità di dialogare fisicamente, capace di catalizzare gli umori e i sentimenti provenienti dallo spazio virtuale e di rappresentare visivamente i sentimenti di chi con essa interagisce. Attraverso un website o app site-specifiche con un semplice questionario sui principali sentimenti quali: Speranza, Noia, Affetto, Preoccupazione etc. si potrà esprimere lo stato d’animo provato in quel momento e l’emozione manifestata verrà associata ad uno specifico colore. Lo stato d’animo predominante determinerà il colore della scultura attraverso una particolare illuminazione led capace di cambiare al mutare delle emozioni espresse in prevalenza. La struttura sarà resa interattiva in modo graduale attraverso il lavoro e le competenze di noi studenti e docenti con la collaborazione e con la guida di maestranze specializzate».

Ed ecco che, per le tre giovani artiste vastesi, «la nostra porta delle stelle è la nostra rappresentazione di un passaggio, di un portale che connette il nostro presente, con la tranquillità della nostra quotidianità, e un futuro incerto, che ancora non si vede, e che ha una luce diversa. È il tunnel percorso con la fine delle scuole superiori e dell’inizio dell’accademia/università. È quell’attimo in cui il futuro diventa presente e il presente diventa passato, dove senza accorgercene diventiamo un tutt’uno con le nostre esperienze e i momenti che ci hanno plasmato. È il nostro momento di crescita che non si arresterà mai, neanche dopo essere arrivati all’altro stargate che segna la fine del tunnel».

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