«Per ospitare la “Grande Partenza” del Giro D’Italia 2023, l’Abruzzo potrebbe pagare quasi il doppio rispetto ad altre regioni italiane che hanno ospitato il medesimo evento negli scorsi anni». Lo afferma il capogruppo del M5S in Regione, Francesco Taglieri, che esamina i costi sostenuti dagli altri territori in cui la corsa rosa ha fatto tappa nelle precedenti edizioni.
«Parliamo – sostiene – di oltre 7 milioni di euro per finanziare quello che, sicuramente, è un importante momento di sport, ma sul quale ci sono nebulosità che vanno chiarite il prima possibile. Per questo ho deciso di presentare un’interpellanza in Consiglio regionale. Facendo un confronto con le altre regioni si evince, per esempio, che nel 2021 il Piemonte spese 4,5 milioni per ospitare la partenza e 4 tappe. La Regione Sicilia, nel 2020, ne spese 3,8 per la partenza e 3 tappe. L’Abruzzo ne spenderà 6 (più IVA) per la partenza a cronometro, una tappa e un arrivo. Anche il confronto con altre regioni come Emilia-Romagna e Sardegna ci vede spendere il doppio. Ma quello che mi lascia perplesso non è solo il costo. Nelle delibere di Sicilia e Piemonte, infatti, c’è una ampia documentazione circa gli accordi tra società e Regione. Nelle delibere presentate dal centrodestra, al contrario, non è specificato nulla e quindi non è dato sapere cosa di fatto stiamo acquistando”.
Ad alimentare i dubbi del consigliere regionale pentastellato, anche le modalità della copertura finanziaria. «Il centrodestra – dichiara – decide di stornare delle risorse dal Fondo Sviluppo e Coesione, che ha come scopo la rimozione degli squilibri economici e sociali attraverso la realizzazione di progetti strategici, solitamente di carattere infrastrutturale. Invece la Giunta Marsilio li sottrae a diverse aree di intervento per finanziare il progetto di “un giorno”, che contempla delle alchimie finanziarie che già ci furono bocciate dal Governo ai tempi della legge “cura abruzzo”. Addirittura, si fagocitano i fondi per la realizzazione di un ponte ciclopedonale della “ciclovia adriatica” e del progetto “bike to coast”: un intervento strategico che viene barattato per qualche ora di diretta TV. E tutto ciò non basta, poiché rimangono altri 4 milioni, sui 7,2 totali, la cui copertura viene rinviata a ulteriori future e non chiare manovre. È chiaro – aggiunge – che ospitare la “Grande Partenza” del giro sicuramente può rappresentare un importante volano di rilancio economico e turistico per la nostra Regione; quindi, ben vengano iniziative come questa che pongono l’Abruzzo in una posizione di maggiore centralità sulla scena nazionale. Ma è altrettanto vero che nella programmazione di questo evento, molte cose non tornano e va fatta chiarezza».
Aspetto fondamentale per la buona riuscita della manifestazione sportiva, sostiene Taglieri «sarà capire come il centrodestra intende risolvere le criticità legate alla ‘Via Verde’, fiore all’occhiello del nostro territorio, su cui non si è mai attuata la manutenzione e alcuni tratti sono ancora da terminare. Stiamo decidendo di mettere quella parte di costa dei trabocchi sotto gli occhi del mondo intero, ed è una opportunità unica, ma la ‘Via Verde’ di oggi mostrerebbe al mondo dei canneti che arrivano fin dentro la pista, gli edifici delle stazioni ed altri manufatti appartenuti alle ferrovie che sono abbandonati da anni e ormai quasi pericolanti, e delle gallerie la cui illuminazione all’origine non era nemmeno prevista, che è appena sufficiente per un turista, ma non per un atleta che va a 60 chilometri orari. Il problema è complesso ed è noto da anni, ma chi di competenza non ha mai fatto nulla, e temo che si stia sottovalutando l’impegno necessario e il poco tempo che resta. E mi auguro che il Centrodestra non ricorra a soluzioni arrangiate o di facciata. Con l’approssimarsi della manifestazione, se non si daranno risposte celeri al territorio, l’Abruzzo più che una “Grande partenza” rischia una falsa partenza, e persino una squalifica».