La fondazione Pescarabruzzo ricorda il professor Emiliano Giancristofaro

Si terrà oggi, lunedì 10 ottobre a partire dalle ore 17 il convegno “Magnetofono, telecamera e penna: Emiliano Giancristofaro tra ambiente e cultura” organizzato dalla Fondazione Pescarabruzzo e dall’associazione Scuola e Cultura “Fulvio Luciani” per ricordare il professore, studioso e storico lancianese scomparso lo scorso giugno. Nella sala della fondazione in corso Umberto I a Pescara, moderati dal giornalista Rai Antimo Amore si alterneranno nel ricordo numerosi ed importanti relatori che attraverso le loro parole e ricordi ricostruiranno la vita, gli studi e le battaglie sociale dell’importante personalità della cultura lancianese ed abruzzese. La professoressa Eide Spedicato Iengo parlerà dello studioso poliedrico e dell’intellettuale militante, l’antropologa e secondo genite del professore Lia Giancristofaro ricostruirà invece la storia della Rivista Abruzzese, testata regionale fondamentale nell’ambito degli studi e delle ricerche storico artistiche e folkloristiche a cui il professore ha dedicato con passione tanti anni della sua vita. Maria Rosaria La Morgia ricostruirà invece il suo giornalismo scientifico e le collaborazioni strette con la Rai. Antonio Bini racconterà delle ricerche di Giancristofaro sull’emigrazione abruzzese e delle storie raccolte nel libro “Cara Moglia”: le grandi lotte per i beni culturali e l’ambiente saranno invece ricordate rispettivamente da Domenico Valente e Giovanni Damiani.

Emiliano Giancristofaro etnologo, saggista, studioso di folklore locale è stato un’ autentica memoria storica e culturale non solo di Lanciano, sua città natia ma di tutto l’Abruzzo. Una città ed una regione di cui il professore era profondamente innamorato ed a cui ha dedicati tutta la sua vita attraverso ricerche, studi, convegni e pubblicazioni. Una passione per la storia non solo locale, che già negli anni ’70 lo spinse a fondare la sezione cittadina di Italia Nostra, ente di cui divenne presidente regionale dal 1994 al 2003. Ma la storia o meglio le storie non erano l’unico amore di Giancristofaro che forte del suo grande impegno civico non esitò, più di una volta a scendere in piazza per dare forza a battaglie e rivendicazioni che lui riteneva importanti: insieme a Beniamino Rosati ad altri intellettuali locali, condusse l’opposizione popolare contro l’insediamento dell’industria petrolchimica in Val di Sangro e la battaglia per la salvaguardia della Abbazia di San Giovanni in Venere.

Dal 1963 al 2000 ha diretto la Rivista Abruzzese, pubblicazione che ancora oggi continua la sua intensa attività imprenditoriale, mentre tra il 1972 e il 1994 è stato anche alla guida della casa editrice Rocco Carabba, della cui rinascita era stato promotore. Ha donato il materiale audiovisivo sul folklore abruzzese raccolto in anni di ricerche alla Biblioteca Comunale di Lanciano, e curato con Ireneo Bellotta, gli scritti rari di Alfonso Maria Di Nola, usciti in due volumi per la collana «Quaderni di Rivista Abruzzese» (Lanciano 2000-2004). Nel 2005, assieme a Sergio Marchionne della Fiat e a Renato Rossi della Sixty ha ottenuto il riconoscimento speciale di “Fedeltà al Lavoro e al Progresso” della Camera di Commercio di Chieti ed è stato anche membro della deputazione di Storia Patria negli Abruzzi. Dagli anni ’80 fino ai primi 2000 ha realizzato “Le voci del Silenzio”, per l’emittente Tvq di Pescara, in cui presentava varie inchieste in loco sulle varie tradizioni popolari abruzzesi, con interviste e rare riprese dei riti sacri. Il professore registrò anche dei cd con le canzoni popolari di contadine analfabete e racconti, materiale prezioso donato poi dallo stesso Giancristofaro alla biblioteca comunale di Lanciano. 

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