Un paio di forbici per tagliare una ciocca di capelli. L’hanno chiesto amministratrici e consigliere comunali di San Salvo per compiere un gesto di solidarietà verso le donne iraniane.
L’hanno fatto durante la seduta di oggi la sindaca, Emanuela De Nicolis, la presidente del Consiglio comunale, Tiziana Magnacca, l’assessora Carla Esposito, le consigliere Maria Travaglini, Carmen Di Filippantonio, Carla Larcinese, Emanuela Tascone e Marika Bolognese. La busta che contiene le loro ciocche sarà inviata all’Ambasciata iraniana a Roma, mentre la mozione, approvata all’unanimità, arriverà a Strasburgo, al Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, in cui il consigliere comunale sansalvese Fabio Travaglini è capo della delegazione italiana. Nel documento, proposto dalla presidente della commissione Pari opportunità, Maria Travaglini, e presentato dai gruppi di maggioranza, l’assemblea civica esprime «il proprio sostegno e la incondizionata e piena solidarietà alle donne, alle studentesse, agli studenti e al popolo iraniano, condannando la sanguinosa repressione attuata dalle autorità iraniane contro le manifestazioni delle donne che stanno lottando per la libertà e la pari dignità, unendosi alle manifestazioni che nel nostro Paese si stanno svolgendo in favore del popolo iraniano».
«Con queste forbici – si legge in una nota del municipio – hanno voluto testimoniare il loro sdegno per quanto è accaduto a Mahsa Amini, la studentessa di 22 anni, morta mentre era sotto custodia della polizia; era stata arrestata perché alcune ciocche di capelli erano uscite dal velo in contrasto con l’applicazione pubblica delle norme islamiche sull’hijab. Una morte che ha dato il via ad una protesta che ha infiammato in queste ultime settimane l’Iran e diversi paesi del mondo. Negli interventi i consiglieri hanno testimoniato come sia ancora lunga la strada del riconoscimento della parità dei diritti tra le donne e gli uomini ribadendo lo slogan “Donna, vita, libertà”».
«Non possiamo – ammonisce De Nicolis – far finta di nulla davanti alla richiesta di sostegno sociale è umano e da parte di chi crede come tutti noi nella libertà di espressione e diritto alla libertà. Abbiamo la fortuna di vivere in un paese libero in cui le donne possono essere ciò che vogliono». «Per questo qui oggi noi donne libere – conclude – abbiamo deciso di sostenere la protesta delle sorelle iraniane come un gesto simbolico che sta unendo molte donne in tutto il mondo: il taglio di una ciocca dei nostri capelli. Un gesto di lutto per la cultura iraniana, che è diventato un gesto di protesta tra le donne lì dove, come ha detto la poetessa Bita Malakuti, le grida verbali sono soffocate dalla propaganda del regime, un taglio che diventa metafora di quanto in Iran è da sempre reciso: parole, libertà, diritti».