La luce delle candele illumina il ricordo ed i luoghi dei Martiri Lancianesi

Agli ultimi bagliori del giorno tanti cittadini, ragazzi e famiglie si sono ritrovati lungo via dei Bastioni per partecipare alla fiaccolata “Memoria per la Pace” organizzata dalla locale sezione dell’ Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) con il patrocinio del Comune di Lanciano. La manifestazione a cui hanno preso parte il sindaco Filippo Paolini e diversi ex amministratori cittadini, ha visto la presenza di due graditi ospiti come Leo Di Pietro dell’Assisi Pax International e Michele Petraroia dell’Anpi Nazionale. Come voce narrante la dott.ssa Maria Saveria Borrelli ha raccontato, anche grazie alle tante letture e momenti di riflessione, i tristi ed eroici fatti del 5 e 6 ottobre 1943. Il serpentone illuminato dalle fiaccole è partito da via dei Bastioni, luogo questo che guarda alla vallata di Pozzo Bagnaro da dove iniziarono le prime rivolte ed attività di sabotaggio dei mezzi tedeschi: toccante è stata la testimonianza di Francesco Paolo Trivilino superstite salvato proprio da Trentino La Barba.

Successivamente la silenziosa processione laica si è spostata lungo via dei Frentani di fronte la chiesa di Sant’Agostino dove si trova tutt’ora la casa dove visse Trentino La Barba: qui il nipote che ne porta lo stesso nome ha raccontato della nonna che vide il marito scendere in strada e combattere per la sua città. Pochi passi più avanti sorgeva la caserma dei carabinieri (dove i partigiani rubarono le armi per alimentare la rivolta) e sulle cui mura al grido di “Viva l’Italia Libera” venne fucilato Guido Rosato: sempre in una casa del quartiere Lancianovecchia la madre della signora Rosada Testa nascose ben cinque partigiani.

Altra tappa è stata largo San Giovanni dove sono visibile le pietre d’inciampo che ricordano la famiglia Grauer, ebrei ungheresi deportati e trucidati dai nazisti dei lager: la stessa torre di San Giovanni, oggi restaurata, venne bombardata e danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale. Inevitabile è stato poi fermarsi dinanzi al Monumento ai Caduti di piazza Plebiscito per arrivare poi lungo i vicoli storici nel larghetto dedicato a Gemma Di Castelnuovo, dove sorgeva l’albergo “La Volpetta” posto in cui si riunivano gli intellettuali antifascisti. Gemma Di Castelnuovo, fu durante i giorni della rivolta un grande esempio di pietas cristiana e rischiò la vita, per pulire i volti e le mani dei caduti, e delle persone lasciate a terra come stracci, perché fossero monito per i ribelli. Gemma fu una donna eroica che con il suo gesto distrusse la logica della guerra e dà ancora oggi un esempio grandissimo di resistenza.

Vicino la salita dei Cento Gradoni,  si è ravvivata la memoria dell’intellettuale Federico Mola nella cui casa si riunivano operai e persone e dove venne creato un vero e proprio comando operativo della resistenza: insieme a lui sono stati citati De Giorgio, Caroselli, Pasquini, Miscia, Bosco e le tante personalità della cultura frentana che non fecero mai mancare il loro contributo alla resistenza. Nella vicina corso Umberto I avvennero alcuni degli scontri più duri tra lancianesi e nazisti e proprio da questi balconi vennero scattate alcune delle foto più iconiche di quei tristi giorni.

Ma la rivolta lancianese costò la vita a tanti civili, donne e anziani e per ricordarli la fiaccolata si è fermata all’inizio di via Fenaroli dove una targa ricorda il signor Sammaciccia. Verso la città nuova e lungo Via Spaventa è stata svelata la pietra d’inciampo in ricordo del giovanissimo Giuseppe Marsilio morto ad appena quindici anni: la nipote Clelia, non senza commozione lo ha ricordato con una toccante lettera. Via Silvio Spaventa fu uno dei luoghi principali della resistenza frentana e qui persero la vita alcuni dei giovani eroi come Falcone, Marsilio, Trozzi, e Cuonzo che con sprezzo del pericolo e grande patriottismo gridò «Jammè è la guerr contra li tedisc» (Andiamo è la guerra contro i tedeschi): proprio qui sorge infatti la scuole elementare dedicata agli Eroi Ottobrini.

Ed è sempre qui che prenderà vita il Sentiero della Memoria con nove installazione (di cui quelle per Remo Falcone, Raffaele Stella, Adamo Giangiulio, Nicolino Trozzi e Achille Cuonzo) sono già state realizzate. All’imbocco di viale Cappuccini, non lontano dalla chiesa di Santa Chiara, trovò invece una terribile morte il capo della rivolta Trentino La Barba che dopo essere stato arrestato e torturato per non voler rivelare i nomi dei compagni, venne legato ad un albero ed in un gesto di inaudita barbarie fu accecato e fucilato. A lui è dedicato il monumento in pietra visibile in largo dell’Appello, realizzato dallo scultore Nicola Antonelli: in questa statua gli occhi dell’eroe pur nel dolore, guardano i monti e le campagne della sua terra che anche grazie al suo sacrificio vennero liberate dall’invasore.

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *