Continua a far discutere a Cupello la vicenda della “delibera bavaglio”, con la quale il sindaco ha querelato un cittadino «per presunte frasi diffamatorie espresse sulla propria pagina Facebook». Questione che è tornata sui banchi dell’assise civica nel corso della seduta consiliare del 3 ottobre che ha visto, tra i vari punti all’ordine del giorno, proprio la discussione sulla mozione presentata dai consiglieri di “Insieme per Cupello” e “Risposta Civica”, con la quale si chiedeva il ritiro della delibera.
Già nel mese di agosto, ritenendo tale delibera «inopportuna e intimidatoria», i gruppi consiliari di minoranza avevano presentato una richiesta di accesso agli atti. Richiesta, sottolineano, «che era stata formulata dai gruppi di minoranza con l’impegno e l’obbligo di non divulgare il materiale visionato, in modo da tutelare la riservatezza dei soggetti terzi coinvolti». A seguito di tale richiesta, spiegano, «il sindaco aveva formalmente risposto che, oltre al testo della delibera, non ci fossero altri atti o documenti relativi alla questione in oggetto». Versione che, nella seduta del Consiglio, il primo cittadino ha “sconfessato”, confermando che «tali atti esistono, ma che ha già provveduto a presentare querela contro i presunti commenti diffamatori di cui l’amministrazione comunale sarebbe stata oggetto».
«Si tratta – affermano – dell’ennesima dimostrazione della scorrettezza politica e dell’arroganza istituzionale che caratterizza l’attività amministrativa della maggioranza. Oltre ad aver arroventato in maniera preoccupante il clima cittadino, hanno finito per mortificare il ruolo del Consiglio comunale, impedendo ai consiglieri di minoranza di esercitare il loro diritto ad avere informazioni utili all’espletamento del loro mandato». Un diritto basilare, dicono, «negato a causa dei capricci strumentali e pretestuosi della maggioranza consiliare; nel mentre, resta in piedi la concreta minaccia che un qualsiasi cittadino si trovi querelato per aver legittimamente espresso un giudizio critico nei confronti dell’amministrazione comunale che governa la nostra cittadina».
A votare contro la mozione presentata dalle minoranze, i consiglieri di Fratelli d’Italia, Filippo D’Angelo e Tommaso Boschetti. Voto contrario che arriva spiegano, «non perché favorevoli a soluzioni giudiziarie», ma perché ritengono che «la mozione non sia lo strumento adatto per redimere o risolvere questa spiacevole situazione che si è venuta a creare circa i post accusatori e diffamatori contro l’amministrazione comunale ed alcuni uffici. Noi consiglieri di Fratelli d’Italia – aggiungono – riteniamo che queste sono questioni che devono essere risolte con dovuti chiarimenti, soluzioni e colloqui politicamente sani. Auspichiamo – dichiarano – che si possa addivenire ad una comunicazione o lettera aperta, con la quale spiegare chiaramente il senso dei post pubblicati specificandone il senso politico amministrativo (qualora ci fosse) e i fatti e documenti sui quali hanno basato le proprie opinioni così da poter ovviare al senso accusatorio e personale ai quali possono essere soggetti».