La commozione si sente nell’aria e si vede nei gesti e nei volti dei tanti protagonisti di un pomeriggio così uguale ma al tempo stesso diverso da tanti altri: quando la signora Agamante porta al cielo la scultura con due atleti intenti a contendersi un’invisibile fune, il tempo, i rumori e i suoni che hanno scandito questa nuova ed attesissima Tenzone del Mastrogiurato sembrano fermarsi. Per alcuni lunghissimi secondi una madre, un padre e gli amici insieme alla città tutta, hanno voluto simbolicamente riallacciare, anzi stringere ancora di più il sentimento per un figlio, un amico ed un ragazzo che purtroppo oggi non è più tra noi. Un brutto male arrivato all’improvviso nel maggio 2020 si è portato via per sempre il sorriso, la simpatia e la grande bontà di Antonio Pasquini, un ragazzone duro come la Maiella ma dal cuore d’oro: quello stesso cuore che traboccava di amore e di un orgoglio sconfinato per il suo quartiere, la sua città, la sua terra e quelle antiche tradizioni che anche grazie alla passione ed alla tenacia di gente come lui resistono al passare del tempo, rinnovandosi sempre senza perdere il suo dna più antico e genuino. Insieme al consueto bassorilievo del Mastrogiurato d’Oro, da quest’anno grazie alla volontà della famiglia Pasquini, prontamente sposata dall’associazione Il Mastrogiurato, il rione che si è aggiudicato la prova del Tiro alla Fune, potrà fregiarsi del “Trofeo Antonio Pasquini”.
La scultura realizzata appositamente dal maestro Nicola Antonelli è finita nelle mani dei ragazzi del quartiere Borgo, bravi a dare tutto loro stessi nella prova più dura ed emozionante della Tenzone. Tra gli amici di Antonio, sulle panche della Sacca c’era il dispiacere per non essere riusciti ad onorare con una vittoria la memoria dell’amico scomparso, ma al di là dell’agonismo e della sana competizione che ha animato i giochi in piazza, il risultato ed il trofeo più bello è stato vedere uniti insieme tutti gli atleti dei quattro quartieri storici che in un unico grande abbraccio si sono stretti vicino a mamma Agamante ed a papà Amedeo. Il ricordo di Antonio a distanza di due anni è sempre fortissimo nei cuori e nei pensieri di chi lo ha amato e gli ha voluto bene. Siamo certi che una giornata come quella di oggi avrebbe commosso ed emozionato anche un simpatico burbero come lui. Ai microfoni di Chiaro Quotidiano, il capitano del Borgo, Romeo Lancia racconta così l’emozione per questo risultato: «Al di là del trofeo, la cosa più bella è essere stati qui presenti insieme per ricordare Antonio: siamo felici e molto soddisfatti per questo bel riconoscimento che condivido con i miei compagni».