“Gnocchetti”. Era così che da piccolo, nonostante sapesse già parlare piuttosto bene per l’orgoglio di mamma e papà, rispondeva a quanti si avvicinavano al suo passeggino per salutarlo con le tipiche vocine con cui ci si rivolge ai bambini sperando che quel supplizio durasse il meno possibile. Ed è proprio così, “Gnocchetti”, che si oggi si intitola il primo romanzo di Stefano De Cristofaro, 58 anni, giornalista sportivo de Il Centro, dopo due saggi, meno romantici, su Pep Guardiola e Maradona, il calcio, sì, il suo pane quotidiano.
«L’idea mi è venuta quest’estate, quando parlando delle mie stranezze o fissazioni, un’amica mi ha invogliato a farne una sceneggiatura. – racconta Stefano – Un libro, però, era più nelle mie corde e allora mi sono messo sotto e sono partito per questa avventura, per me tutta nuova».
“Gnocchetti” è una biografia semiseria con spunti ed episodi di vita reale, a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, nei quali in tanti potrebbero rispecchiarsi. Ricordi di scuola, della vita di quartiere tipica di quegli anni, dell’università e tante piccole avventure legate a quelle fissazioni che, in fondo, ognuno di noi ha, ma in pochi hanno il coraggio di esternare.
«I ricordi sono un elemento fondamentale della nostra identità. Dare a essi un filo logico, collegandoli tra loro può costituire l’occasione per scrivere la trama della propria vita, scoprendo così che l’esistenza di ciascuno è un susseguirsi di cause ed effetti, a volte dai risvolti tragicomici. Questo è proprio ciò che è accaduto al protagonista di questa storia, Gnocchetti. – spiega l’autore – La sorta di memoriale semiserio che ne è venuto fuori, i cui episodi non sono frutto di fantasia, ha l’ambiziosa pretesa di essere socialmente utile ad una particolare categoria del genere umano: quella dei “fissati”, ossia di coloro che hanno particolari ossessioni o manie, e nei campi più disparati.
Se dunque pensate di non essere normali e vivete male le vostre fobie, sappiate che c’è chi sta messo molto peggio». La paura dei bottoni, di mettersi alla guida, tante piccole manie legate al cibo, l’ansia atavica e la paura di vedere crescere i bambini in un mondo così pieno di pericoli e anche qualche fissazione hot. È questo “Gnocchetti”. Un contenitore di manie e fobie, legate a qualche ricordo un po’ traumatico o forse solo frutto della vita, però sempre ironico e che non pretende di essere capito, ma solo accettato.
«Ad esempio, proprio come Gnocchetti, mi sento in difficoltà a promuovermi e farmi pubblicità da solo, ma in questo caso mi tocca. – ci dice Stefano – Ho deciso di pubblicare il mio libro con Amazon, unico luogo, a parte le librerie Barbati, D’Ovidio e l’edicola in via Salita della Posta a Lanciano, in cui è possibile acquistarlo e leggere in anteprima e gratuitamente, la prefazione e un paio dei tredici capitoli del libro. Il risvolto della medaglia? Devo superare qualcuna delle mie fissazioni ed essere autodidatta in tutto».
Insomma, un inno alle particolarità e a certe ossessioni che, a volte, possono condizionare la vita, in modo negativo? Non è detto.
«Gnocchetti queste fissazioni le racchiude praticamente tutte. E ci convive benissimo. Il problema, semmai, è di chi gli sta accanto, dai famigliari agli amici. Tra i suoi tanti difetti, del resto, c’è quello di essere, nel bene o nel male, un libro aperto. E se lo hanno accettato così com’è, – conclude Stefano De Cristofaro – vuol dire che c’è speranza per tutti».