Ore 11.45 – Dopo l’esortazione del cardinale Petrocchi, Papa Francesco ha aperto la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Il Pontefice, alzatosi dalla sedia a rotelle con cui si sposta negli ultimi tempi, ha battuto per tre volte sulla porta con un ramo d’ulivo consegnatogli dal sindaco Pierluigi Biondi. Dopo l’apertura della Porta Santa, Bergoglio è entrato nella Basilica per rendere omaggio alle spoglie di Celestino V. Il primo cittadino di L’Aquila, Pierluigi Biondi ha commentato con emozione: «La Porta Santa è aperta. Dopo 728 anni un Pontefice celebra il nostro rito più antico ed il messaggio di pace e riconciliazione di Celestino V è finalmente universale: Gli occhi del mondo ammirano L’Aquila che rinasce, ancora una volta».
Ore 10.40 – Dopo la lettura del Vangelo, nella sua omelia Papa Francesco ha innanzitutto ricordato la figura di Celestino V e della festa della Perdonanza da lui instituita: il Pontefice ha messo l’accento su Celestino e di come il santo non debba essere ricordato come “colui che fece il gran rifiuto”, (nota citazione dantesca) ma invece come colui che nella sua grandezza dimostrò altrettanta umiltà dedicandosi agli ultimi, ed alla preghiera da eremita rifiutando gli agi della corte pontificia. «In un mondo dominato dall’orgoglio e dagli interessi personali – ha affermato il Papa – Celestino ha dimostrato come l’umiltà non sia una debolezza ma un grande virtù, e di come la sua vita terrena sia stata sempre incentrata nella coraggiosa testimonianza del Vangelo». Francesco ha inoltre posto l’accento sui concetti di miseria e misericordia parlando di un particolare aneddoto che lo ha colpito durante il volo che da Roma lo ha portato all’Aquila: «Questa mattina -ha raccontato il papa – nel momento dell’atterraggio c’era così tanta nebbia che l’elicottero non riusciva ad atterrare: fortunatamente il bravo pilota ha visto un “buco” nella coltre permettendoci di arrivare sani e salvi: allo stesso modo Dio trova sempre nella nostra miseria, lo spazio anche piccolo, in cui far passare la sua grande misericordia. Inevitabile in chiusura di omelia, il sentito pensiero di Francesco al popolo aquilano che, «ha saputo soffrire e rinascere da un terremoto che non è stato solo fisico ma anche e soprattutto dell’anima».
Ore 10.05 – E’ iniziata la Santa Messa officiata da Papa Francesco dal sagrato della basilica di Collemaggio.
Ore 9.45 – Conclusa la visita privata al Duomo, la Papa Mobile con a bordo il Pontefice sta arrivando, tra due ali di folla, dinanzi alla basilica di Collemaggio, fondata nel 1288 da Pietro da Morrone dopo tra qualche minuto officerà la Santa Messa e presiederà all’apertura della Porta Santa
Ore 9.15 – Dopo aver concluso il suo saluto, Papa Francesco scende dal palco e si dirige verso il Duomo per una visita privata insieme al cardinal Petrocchi.
Ore 9.07 – Dopo del saluto del cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, è con un «buongiorno, buona domenica» che il Pontefice ha salutato L’Aquila, ricordando le vittime del terremoto, ringraziando i familiari per la loro testimonianza di fede. «Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente», dice ancora Papa Francesco riferendosi al difficile momento della ricostruzione, non solo fisica, ma anche culturale, spirituale e morale che è possibile portare avanti solo se fatta «insieme».
Queste le parole del Santo Padre:
«Cari fratelli e sorelle, buongiorno, buona domenica! Sono contento di trovarmi tra voi, e ringrazio il Cardinale Arcivescovo per il saluto che mi ha rivolto a nome di tutti. Insieme con voi qui presenti abbraccio con affetto tutta la città e la diocesi dell’Aquila. Ringrazio per la vostra presenza, anche delle autorità, dei carcerati, dei bambini, di tutti: il popolo di Dio. In questo momento di incontro con voi, in particolare con i parenti delle vittime del terremoto, voglio esprimere la mia vicinanza alle loro famiglie e all’intera vostra comunità, che con grande dignità ha affrontato le conseguenze di quel tragico evento. Anzitutto vi ringrazio per la vostra testimonianza di fede: pur nel dolore e nello smarrimento, che appartengono alla nostra fede di pellegrini, avete fissato lo sguardo in Cristo, crocifisso e risorto, che con il suo amore ha riscattato dal non-senso il dolore e la morte. E penso a uno di voi, che mi ha scritto tempo fa, e mi diceva che aveva perso i suoi due unici figli adolescenti. E come questo tanti, tanti. Gesù vi ha rimessi tra le braccia del Padre, che non lascia cadere invano nemmeno una lacrima, nemmeno una!, ma tutte le raccoglie nel suo cuore misericordioso.
In quel cuore sono scritti i nomi dei vostri cari, che sono passati dal tempo all’eternità. La comunione con loro è più viva che mai. La morte non può spezzare l’amore, ce lo ricordo la liturgia dei defunti: “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta ma trasformata” (Prefazio I). Ma il dolore c’è, e le belle parole aiutano, ma il dolore rimane. E con le parole non se ne va il dolore. Soltanto la vicinanza, l’amicizia, l’affetto: camminare insieme, aiutarci come fratelli e andare avanti. O siamo un popolo di Dio o non si risolvono i problemi dolorosi, come questo. Mi congratulo con voi per la cura con cui avete realizzato la Cappella della Memoria. La memoria è la forza di un popolo, e quando questa memoria è illuminata dalla fede, quel popolo non rimane prigioniero del passato, ma cammina e cammina nel presente rivolto al futuro, sempre rimanendo attaccato alle radici e facendo tesoro delle esperienze passate, buone e cattive. E con questo tesoro e queste esperienze va avanti! Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente della ricostruzione.
C’era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale. La rinascita personale e collettiva, dopo una tragedia, è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti insieme. Sottolineo quell’“insieme”: non a piccoli gruppetti, no, insieme, tutti insieme. È fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante, perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti, per il futuro.
Nell’opera di ricostruzione, le chiese meritano un’attenzione particolare. Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario. Quelle pietre sono impregnate della fede e dei valori del popolo; e i templi sono anche luoghi propulsivi della sua vita, della sua speranza. E a proposito di speranza, voglio salutare e ringraziare la delegazione del mondo carcerario abruzzese, qui presente. Anche in voi saluto un segno di speranza, perché anche nelle carceri ci sono tante, troppe vittime. Oggi qui siete segno di speranza nella ricostruzione umana e sociale. E saluta in aquilano con un «jemo annanzi» il pubblico, parlando dell’importanza della memoria».
Ore 9.00 – È appena arrivato in piazza Duomo Papa Francesco. A salutarlo il presidente della Regione, Marco Marsilio, il Prefetto Cinzia Teresa Torraco ed il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi. Ad attenderlo in piazza ci sono i familiari delle vittime del terremoto del 2009, una delegazione del mondo carcerario abruzzese ed i rappresentanti delle associazioni del territorio.
Ore 8.30 -Dovrebbe essere terminato poco fa il volo verso L’Aquila Papa Francesco il cui arrivo era atteso alle 8.30, con l’atterraggio in piazza d’Armi e il conseguente trasferimento in piazza Duomo per l’accoglienza e poi sul Sagrato per il saluto ai familiari delle vittime del terremoto del 2009.
Nonostante sia piuttosto breve, è caratterizzata da due momenti emozionanti la visita del Papa nel capoluogo abruzzese: l’incontro con i familiari delle vittime del sisma che ha scosso L’Aquila 13 anni fa e l’apertura della Perdonanza celestiniana. È la prima volta di Francesco a L’Aquila e la prima volta di un Pontefice a presiedere il rito che ne dà l’avvio con la messa alle ore 10 dalla basilica di Collemaggio cui seguirà l’apertura della Porta Santa.
La diretta della visita di Papa Francesco a L’Aquila: