A molti di noi è spesso capitato d’immaginare il proprio futuro lontano da casa: tante volte dopo la Maturità s’inizia a guardare alle grandi città d’Italia per continuare la propria formazione universitaria o per iniziare ad affrontare quel “maremagnum” chiamato mondo del lavoro che, spesso nei piccoli centri del nostro Abruzzo, fatica a renderci davvero felici e realizzati. I giovani quindi rivolgono, sempre più spesso, la propria attenzione alle metropoli come Roma, Milano o a città come Bologna e Firenze, magari meno caotiche ma comunque più ricche di possibilità. Questi luoghi simili ad una “terra promessa” seppur lontani da casa diventano la meta di un’emigrazione che con forme diverse si concretizza quasi sempre dal sud verso il centro ed il nord della penisola. Ci sono però casi e storie di chi questo cammino l’ha compiuto al contrario trovandosi a percorrere controcorrente il cammino lungo lo stivale d’Italia. Uno di questi casi riguarda Riccardo Mezzatesta (simpatico pseudonimo con cui si fa chiamare) che da Milano, tramite i mille e spesso strani sentieri della vita si è trovato a dover lasciare la Lombardia per giungere in Abruzzo ed in particolar modo a Lanciano. Di questa sua esperienza ne parla nel libro dal titolo: “Milano – Lanciano solo andata: un milanese in Abruzzo”. Chiaro Quotidiano lo ha intervistato per scoprire ulteriori aneddoti della sua particolare storia.
Iniziando la conversazione è stato inevitabile chiedergli cosa lo ha spinto a lasciare una metropoli come Milano per una piccola città di provincia come Lanciano, «Milano – afferma Mezzatesta – è una metropoli solo se vista da fuori! Nel senso che è sicuramente un posto innovativo e che ha molto da offrire, ma non è poi così grande, te la puoi fare in bici da nord a sud senza problemi. Non è Roma per dire, che è sterminata. Comunque per rispondere alla tua domanda sul cosa mi ha portato a Lanciano, senza fare troppi spoiler del libro potremmo dire: “disavventure lavorative” e posso confidarti che mai avrei pensato di lasciare Milano, che mi ha accolto e “cresciuto”». Mezzatesta però è un tipo abituato agli spostamenti infatti, «prima di Milano, ho trascorso infanzia e adolescenza in un paesino del Lazio di 4.000 abitanti, quindi Lanciano non mi sembra poi così piccola. Giusta, direi!».
Data la sua particolare esperienza parliamo di quali sono le differenze principali che ha notato tra queste due città così profondamente diverse, «Molte, e di nuovo non voglio fare spoiler…diciamo che a Milano se entro in un bar e non ho un caffè entro venti secondi, me ne vado: L’Abruzzo ha invece altri ritmi, ed è una cosa che ho dovuto imparare. Un’altra cosa è che Lanciano ha una dimensione “paesana”, nel senso che posso lasciare computer e cellulare sul tavolino esterno di un bar, andare in bagno, e essere sicuro di ritrovarli al ritorno. A Milano non trovi neanche un foglietto di ringraziamento del ladro! E poi mille cose: l’accoglienza Lancianese (a volte un po’ diffidente, perché prima ti devono “inquadrare”), una storia affascinante, mille luoghi bellissimi e vicini da scoprire, un costo della vita sensato e una qualità della vita diversa. Insomma, hai il mare davanti e la montagna dietro, entrambi a quindici minuti, e non è poco». Chiediamo a Mezzatesta quindi, se con il senno di poi, rifarebbe questo “passo verso Lanciano” e c’è qualcosa che rimpiange della sua precedente vita nel capoluogo lombardo, «Chi lo sa? – risponde – Come dicevo non è stata una scelta precisa: a Milano ho lasciato soprattutto tante persone a cui voglio bene, ma a Lanciano ho trovato una mia dimensione, nuove amicizie, e un lavoro che mi appassiona. Se devo tirare le somme, sono forse più sereno ora, e non so se tornerei indietro».
Per parlare approfonditamente della sua personale vicenda Riccardo ha scritto un libro dal titolo “Milano-Lanciano solo andata”: gli chiediamo quindi da dove è nato il bisogno di di dare alle stampe questo volume, «Scrivere e raccontare è una mia passione fin da piccolo – afferma l’autore – e proprio a Milano ho pubblicato un libro sulla mia vita nelle sue periferie (sotto un altro pseudonimo), e ho scoperto che mi piace raccontare i posti. In modo leggero e un po’ ironico, se possibile! Scrivere “Milano-Lanciano sola andata”, poi, è stato anche probabilmente il modo in cui ho processato il mio essere catapultato da Milano all’Abruzzo (in pieno Covid), e scoprire dove sono capitato. Perché le periferie di Milano mi hanno insegnato questo: se sei in un posto, qualsiasi posto, vivilo, esploralo, scopri i suoi segreti e le sue storie: e allora ti regalerà tesori. Sulla copertina del libro di Mezzatesta campeggia un salmone sullo sfondo di una corsia autostradale: chiudendo la nostra piacevole conversazione, gli chiediamo il significato di questa immagine e lui risponde candidamente e serenamente che «quello sono io, un emigrato al contrario, da Nord a Sud, controcorrente come un salmone».