«Siamo Andrea e Morena, titolari del Pastore Abruzzese in piazza Plebiscito. Scriviamo queste righe per scusarci con tutta la cittadinanza e in particolar modo con la Curia di Lanciano, il sindaco e la giunta comunale per lo spiacevole episodio e spiegare quanto accaduto». A scriverlo, com’è chiaro, sono i due proprietari dell’attività finita nella bufera per la cena estemporanea sul sagrato della Cattedrale a causa di qualche goccia di pioggia.
«Nel momento in cui ha iniziato a piovere si è ovviamente creata un po’ di confusione tra i clienti, chi è riuscito a trovare posto all’interno e chi no. In questo frangente un gruppo di clienti stranieri ha pensato di spostare autonomamente il loro tavolo e di posizionarlo sotto il porticato della Cattedrale. – spiegano in un post su Facebook – Sono stati immediatamente avvertiti del fatto che non era assolutamente possibile cenare lì. Ma pochi istanti dopo, le portate da loro ordinate erano pronte ed il personale di sala trovandosi impreparato li ha serviti. Il nostro errore è stato proprio questo, – dicono – il personale ha agito sottovalutando la gravità della circostanza. Ci scusiamo pertanto con tutti coloro che si sono sentiti oltraggiati dallo spiacevole episodio, è stata una leggerezza dei ragazzi presenti in sala e degli stessi clienti, parliamo di brava gente in vacanza e di persone adulte che hanno sottovalutato, senza malafede, la situazione. Speriamo che le nostre scuse vengano accolte nel migliore dei modi e ci assumiamo tutte le responsabilità del caso».
A questo messaggio fa eco la risposta mons. Emidio Cipollone, vescovo della diocesi di Lanciano – Ortona che, sì stigmatizza l’accaduto ma senza farne un dramma e allargando la questione ad una visione più ampia. «Abbiamo saputo già da ieri sera dell’episodio e questa mattina ci siamo confrontati con gli altri membri del consiglio episcopale. – dice Cipollone – L’esercente si sarà trovato improvvisamente di fronte ad un dato di fatto: pioveva, il tempo era brutto, non sapeva come risolvere il problema di servire la cena ai clienti già seduti. Il problema è stato risolto mettendo i tavoli per cenare nel portico della Cattedrale. Questa cosa ovviamente non andava fatta perché lo spazio del portico della Cattedrale è spazio sacro, tanto quanto lo spazio interno dell’aula liturgica e quindi andava rispettato. Certamente non è un atto fatto con cattiveria: – prosegue don Emidio – noi parleremo con lui appena possibile tra oggi e domani e cercheremo di chiarire questa situazione invitando tutti ad un maggior rispetto di quell’area. Ma vorremmo che questo episodio si collocasse all’interno di una riflessione più ampia sul bene comune: perché sta diventando abituale, non soltanto nei confronti di uno spazio ecclesiale, ma anche di altri luoghi pubblici, che per uso privato e per interessi individualistici al bene comune non pensi più nessuno. Se questo fatto aiutasse tutta la cittadinanza di Lanciano a riflettere sull’importanza del bene comune, che appartiene a tutti, e del rispetto di alcune regole condivise che vanno a vantaggio della collettività, e non solo del singolo, ecco ci farebbe molto piacere e penso che farebbe molto bene anche alla nostra comunità».
Non si lascia attendere anche la dura presa di posizione del sindaco Filippo Paolini. «Sono stato io ieri sera a chiamare la Polizia e a pretendere l’intervento di una volante perché, anche se non è stato configurato alcun reato, non può passare il messaggio che tutto sia possibile. La giustificazione del ristoratore non mi convince fino in fondo, ma va bene così. Quel che è certo è che dal 30 settembre, quando scadranno le agevolazioni sui tavolini all’aperto per le norme Covid, – dice il sindaco – sicuramente saranno quantomeno ridimensionati gli spazi in cui poter cenare in piazza Plebiscito. Servono regole, regole certe, soprattutto di fronte la Cattedrale della Madonna del Ponte».