Quattro Comuni fondatori sono preoccupati per le sorti del Civeta. Il prossimo 30 novembre scadrà il mandato del consorzio intercomunale e da Cupello il consigliere regionale Manuele Marcovecchio e il sindaco Graziana Di Florio hanno già prospettato una trasformazione in società di capitali. L’accelerata su questa proposta ha provocato la frenata del sindaco di Monteodorisio, Catia Di Fabio, e del suo gruppo di maggioranza. Ieri, i rappresentanti istituzionali della stessa Monteodorisio e di Casalbordino, Pollutri e Villalfonsina (rispettivamente il vicesindaco Alessandro Mucci e i sindaci Filippo Marinucci, Nicola Di Carlo e Mimmo Budano) hanno approfittato della presenza all’insediamento del consiglio comunale di San Salvo per una breve conferenza stampa con la quale ribadire preoccupazioni e necessità di chiarezza. All’appuntamento non hanno preso parte, seppur presenti in aula, il primo cittadino cupellese Di Florio e il vicesindaco vastese Licia Fioravante (Cupello, Vasto e Scerni sono gli altri consorziati).
A spiegare le ragioni della preoccupazione è stato Budano: «Non abbiamo una posizione di contrarietà di fondo rispetto alla trasformazione in società, ma c’è bisogno prima di conoscere il vero stato di salute del Civeta, c’è bisogno di un approfondimento giuridico. Innanzitutto, bisogna capire lo stato reale finanziario del consorzio e la presenza di debiti perché, se ci sono, dovremmo imputarli sui nostri bilanci comunali. Noi rispettiamo il Civeta e riteniamo vada potenziato, eravamo favorevoli dal 2015 alla trasformazione in società, ma non se ne fece nulla perché nella riunione decisiva Vasto non era presente e fece mancare il numero legale».
I timori e la richiesta di una proroga sono stati ribaditi dai quattro Comuni (ai quali dovrebbe aggiungersi anche San Salvo) in una lettera indirizzata al presidente della Regione Marco Marsilio, all’assessore Nicola Campitelli, al presidente della commissione Rifiuti Manuele Marcovecchio, al commissario del Civeta Valerio De Vincentiis e ad altri funzionari del settore.
Si legge nella missiva: «Il prossimo 30 novembre 2022 scade il termine di durata del Civeta. In qualità di soci fondatori riteniamo che l’unico modo per scongiurare lo scioglimento e la cessazione delle attività del consorzio sia quello di prorogarne la durata, come peraltro espressamente consentito dalla previsione statutaria secondo la quale la “durata del Consorzio (è) di 20 (venti) anni, salvo la possibilità di proroga da parte dell’assemblea. Riteniamo, pertanto, che la Regione e il commissario straordinario del Civeta, ciascuno per le proprie competenze e prerogative, non possano esimersi in questo momento storico dall’adottare tutti i provvedimenti e compiere tutte le azioni indispensabili a garantire la prosecuzione del consorzio. Dal canto nostro, siamo fin d’ora disponibili a ogni forma di iniziativa, partecipazione e condivisione che si dovesse ritenere necessaria. È innegabile come la proroga della durata del Civeta sia imprescindibile per ogni altra determinazione che si intenda prendere per il futuro, in quanto da un lato garantirebbe la continuità aziendale e dall’altro lato consentirebbe di disporre dei tempi tecnici necessari per la trasformazione societaria del consorzio che noi tutti auspichiamo fortemente, consapevoli della sua enorme importanza per questo territorio e delle opportunità che tale scelta offrirebbe. Siamo però anche fermamente convinti che un simile passaggio debba essere gestito dagli organi statutari rappresentativi degli enti fondatori».
Poi, il passaggio sulla necessità di approfondire lo stato di saluto del consorzio che fino a oggi ha gestito i rifiuti nel territorio: «La decisione di aderire alla trasformazione societaria impone, per legge e per le imprescindibili regole di buona amministrazione e di sana gestione contabile, di disporre preliminarmente di tutte le informazioni e i dati finanziari ed economico-patrimoniali da sottoporre agli uffici e agli organi di revisione contabile dei Comuni che dovranno esprimere i pareri di competenza. Per questa ragione e perché si possa operare nella massima trasparenza e secondo i principi di prudenza e correttezza che la situazione impone, si ritiene doveroso che la Regione e il commissario straordinario notizino compiutamente i soci fondatori sulla situazione finanziaria, economica e patrimoniale del Civeta, anche avvalendosi di apposito advisor contabile e acquisendo una due diligence che consenta di identificare e valutare eventuali rischi e problemi connessi, al fine di predisporre per tempo, se necessario, adeguati strumenti di garanzia dei bilanci comunali».