L’ultimo appello è rivolto ai giovani: Loro hanno grandi sogni e grandi capacità. «Ho provato tanto piacere nel sentirli così legati San Salvo. Cercheremo di continuare a costruire un luogo in cui tornare se vorranno, in cui costruire una famiglia e una vita appagante». Emanuela De Nicolis chiude la campagna elettorale sul palco di piazza Papa Giovanni XXIII. Stavolta è l’ultimo comizio davvero. Non ci sarà una prova d’appello: il ballottaggio di domani deciderà il nuovo sindaco di San Salvo.
«Questa sera sento tanta vicinanza intorno a me. Abbiamo fatto una campagna elettorale pulita, rispettosa e costruttiva. Abbiamo risposto con il sorriso alle provocazioni. La sensazione è che l’acredine che s’è creata sia di qualcuno che a tutti i costi vuole mettere le mani sulla città, ma San Salvo appartiene ai sansalvesi, giù le mani dalla città», dice citando il film del 1963 di Francesco Rosi.
«Abbiamo già avuto l’onta del commissariamento. È l’esempio di cosa potrebbe accadere in futuro. Il fatto che i pezzi da 90, che sono serviti come bacino elettorale, non sono in Giunta non dovrebbero far stare tranquilli i cittadini. Le deleghe sono revocabili in qualsiasi momento per qualsiasi ragione. Persone così diverse tra loro si sono candidate per rancore e per le prossime regionali. Nella nostra squadra non ci sono giocatori di serie A e di serie B. San Salvo dovrà muoversi nei prossimi anni su tre direttrici: l’industria, l’agricoltura (l’oro della nostra terra), il turismo».
«San Salvo è casa nostra, per questo vogliamo prendercene cura. L’appello è a tutti gli elettori: è il momento della responsabilità, recatevi alle urne e non torniamo al passato».
In piazza si notano l’assessore regionale all’Urbanistica, Nicola Campitelli, la consigliera regionale Sabrina Bocchino, i sindaci di Scerni, Daniele Carlucci, Roccaspinalveti, Claudia Fiore, e Villalfonsina, Mimmo Budano.
La sindaca uscente, Tiziana Magnacca, sparge ottimismo: «Abbiamo iniziato un percorso che non avrà fine domenica notte. Questi dieci anni sono stati un’anticipazione di cosa saranno i prossimi dieci, vent’anni. Coloro che sono usciti dal centrodestra per approdare alla coalizione di Travaglini sono protagonisti di “una storia personale tradita per unirsi a chi era il nemico più sleale. Non potete vergognarvi dei più votati (il riferimento è ad Antonio Boschetti, Nicola Argirò e Tonino Marcello, n.d.r.) e nasconderli. Lascio una città libera, forte e competitiva. Lascio a te, Emanuela, l’Atene di Pericle».
Eugenio Spadano parla di onestà: «In dieci anni, mai sotto i riflettori per problemi relativi alla legalità. De Nicolis si è formata all’interno di questo concetto e della moderazione».