Notti insonni, giornate passate sui libri, e la consapevolezza che il primo, importante capitolo della vita scolastica sta per chiudersi per lasciare spazio ad una strada tutta da scoprire e da percorrere. Nel bene o nel male, l’esame di Stato è un po’ come il primo amore, “non si scorda mai”. Tra la preoccupazione per una prova tanto attesa quanto temuta, l’ansia per l’esito di quello che è un “passaggio di consegne” tra l’adolescenza e l’età adulta, e le aspettative per il futuro, l’esame di Stato è senza dubbio un emblema generazionale. Di incertezze, progetti e degli ultimi giorni tra i banchi di scuola, prima di approdare nelle aule universitarie o di affacciarsi nel mondo del lavoro, abbiamo parlato con i veri protagonisti di queste giornate: gli studenti.
A Chiaro Quotidiano Valeria Teti, studentessa del VB Rim dell’ITSET Palizzi di Vasto, ha raccontato il suo “mondo prima e dopo l’esame”: studio, impegno, università, e tanta voglia di realizzare i suoi sogni.
Il triennio conclusivo delle scuole superiori è stato sospeso tra lezioni in presenza e Dad, il tutto nell’incertezza dell’emergenza sanitaria. Pensi di essere adeguatamente preparata per sostenere quest’esame? Diciamo di sì, però essendoci trovati nel clou della pandemia, proprio all’inizio del terzo anno, ci siamo trovati a vivere una situazione molto diversa a livello di studio e di interrogazioni, visto che le cose sono cambiate rispetto al periodo precedente al Covid. Diciamo che in questi tre anni studiare è diventato molto più pesante rispetto a prima. Siamo preparati, ma penso che non sia la preparazione che avremmo avuto se non ci fosse stato di mezzo il Covid, però credo di poter dire di sentirmi preparata per affrontare l’esame di maturità, che comunque è stato formulato in modo da permettere anche a noi che abbiamo vissuto il triennio in piena pandemia di essere in grado di sostenerlo al meglio. Anche i professori ci hanno dimostrato grande disponibilità nel corso di questi tre anni particolarmente complicati, non hanno esitato a venirci incontro e ci hanno assicurato che considereranno tutto il percorso, compreso l’aver frequentato il triennio durante l’emergenza sanitaria.
Da un paio d’anni, a causa delle modalità di fruizione delle lezioni, avete un po’ perso l’abitudine a sostenere prove scritte, ora vi ritrovate a dover affrontare due prove di questo tipo. È una cosa che ti preoccupa? In realtà abbiamo ripreso un po’ di confidenza con le prove scritte già nel periodo “finale” dell’emergenza sanitaria. Poi, quando abbiamo iniziato a fare le settimane alternate, una in presenza e una in Dad, durante quelle in didattica a distanza i professori ne approfittavano per spiegare mentre quelle in presenza venivano sfruttate per le interrogazioni o i compiti in classe. Era una modalità un po’ pesante perché ci ritrovavamo delle settimane più rilassanti, quelle delle lezioni teoriche, e altre in cui eravamo “bombardati” di compiti e interrogazioni. Quindi le prove scritte non ci colgono così “di sorpresa”.
Cosa ti spaventa di più? Ad oggi la cosa che mi spaventa di più è sicuramente la seconda prova, quella di economia. La prima, il tema di italiano, è una prova a cui bene o male negli anni ci siamo abituati, e la possibilità di avere a disposizione più tracce tra cui scegliere ci permetterà sicuramente di orientarci verso quella a noi più congeniale, e questo abbatte sicuramente l’ansia. La seconda prova invece, che ha un esercizio obbligatorio come parte centrale, più domande di teoria e altri esercizi a scelta, mi preoccupa sicuramente di più.
Da quanto tempo ti stai preparando? Personalmente, escludendo lo studio durante il corso dell’anno, ho iniziato a prepararmi per la maturità quando è finita la scuola. Negli ultimi mesi ho partecipato a un progetto Erasmus di alternanza scuola lavoro in Irlanda, tema che sarà anche al centro dell’esame orale perché una parte del colloquio sarà dedicata a questo progetto. Tra gli ultimi compiti in classe e la simulazione della propria prova orale, a conti fatti è dall’8 giugno che ho iniziato a concentrarmi esclusivamente sull’esame di Stato. Ovviamente nei giorni in cui non c’erano troppe interrogazioni o compiti, sono riuscita a dedicarmi agli snodi, sottoponendoli anche all’attenzione dei professori per modifiche o integrazioni.
Come stai vivendo questi ultimi giorni da liceale? Li ho vissuti appieno con i miei compagni di classe, abbiamo fatto anche un pranzo di classe con i professori. È stato un momento in cui non abbiamo pensato né alla maturità né alla scuola, ma solo a goderci l’attimo perché sappiamo che sarà una cosa che non faremo più tutti insieme. Da una parte sono contenta perché si chiude un capitolo importante della mia vita, ma se ne apre uno altrettanto importante; dall’altra sono triste, perché ho trascorso cinque anni bellissimi con persone che ho scoperto a poco a poco, anni in cui io ho vissuto momenti di gioia e di tristezza insieme a loro, compreso il periodo della pandemia che ci ha resi ancora più uniti.
Quali sono i programmi per il futuro? Nel mio futuro c’è l’università, sicuramente la facoltà di Economia all’Università d’Annunzio di Pescara, anche se non so ancora quale ramo in particolare. Vorrei affermarmi subito professionalmente, quindi terminare gli studi al più presto per poi iniziare a lavorare. Sono consapevole che sarà un percorso difficile, intenso e lungo però voglio davvero realizzare il progetto che ho da sempre. Ho voglia di fare, di trovare la mia strada, voglio realizzarmi in tutto e per tutto e non avere nessun rimpianto, con la consapevolezza di aver sempre fatto del mio meglio.