«È stato un anno molto difficoltoso ma nello stesso tempo entusiasmante perché, dopo due anni di pandemia, la voglia di ricominciare è stata tanta e ce l’abbiamo messa davvero tutta per provare piano piano a tornare alla normalità». È il commento di Mirella Spinelli, dirigente scolastico dell’istituto Mario Bosco che ingloba la scuola dell’Infanzia “Maria Vittoria”, la scuola elementare “Eroi Ottobrini“ e la scuola media inferiore “Mazzini” di Lanciano.
Quello che si è appena concluso è stato l’anno scolastico della ripartenza, dei nuovi inizi e del nuovo corso, senza però dimenticare le, a volte odiose, ma necessarie, regole per il contenimento del Covid in un inverno in cui la convivenza ha piano piano preso il posto dell’emergenza.
«Soprattutto alla “Mazzini”, con i nostri studenti più grandi, abbiamo cercato di riprendere da dove avevamo lasciato nel 2019. – spiega la preside – E così i nostri ragazzi sono tornati agli scambi Erasmus, ai viaggi sugli sci ed agli incontri extra scolastici e anche con il Covid, siamo riusciti a gestire bene la situazione nonostante tutte le norme a cui stare dietro».
Mascherine in aula fino agli esami, misurazione della temperatura all’ingresso per tutto l’inverno e distanziamento sociale sono stati il tappeto su cui hanno camminato alunni e insegnanti in questo lungo anno scolastico segnato da un nuovo ritorno in aula. «Le difficoltà più grandi sono arrivate dal punto di vista didattico perché, dopo due anni di Dad, i ragazzi sono molto più rilassati. – dice ancora la Spinelli a Chiaro Quotidiano – È stata dura tornare in classe, dopo collegamenti in pigiama da dietro lo schermo di un pc, e ricominciare con i ritmi delle lezioni vere, sui banchi di scuola. Sono cambiati i tempi ed è calata l’attenzione, ma era assolutamente prevedibile».
Un anno pieno di fatica, dunque, ma in cui i piccoli barlumi di normalità hanno aiutato a ritrovare l’entusiasmo della scuola, quella vera, fatta di relazioni e quotidianità. «Siamo soddisfatti dell’anno che si è appena concluso e di come stiamo uscendo fuori da questo appannamento che ha caratterizzato le nostre vite negli ultimi anni. – conclude Mirella Spinelli – L’aggravio di lavoro è stato, ed è, tanto, ma la soddisfazione di portare a casa un bel lavoro è sempre maggiore».