Emiliano Giancristofaro, il prof che «insegnava a pensare»

Uomo di cultura, profondo conoscitore del territorio e delle sue tradizioni, amante di Lanciano e strenuo difensore delle sue storiche bellezze. È stato tutto questo Emiliano Giancristofaro, scomparso ieri all’ospedale di Lanciano, ma ciò che ha maggiormente caratterizzato la sua vita è senza dubbio l’insegnamento.

Professore di storia e filosofia di intere generazioni di lancianesi e non oggi lo ricordano con affetto per i suoi insegnamenti didattici, ma soprattutto di vita.

Emiliano Giancristofaro e Danilo Ranieri

«È stato il mio professore al liceo scientifico di Lanciano e lo ricordo come fosse ieri. – racconta il vicesindaco del Comune di Lanciano, Danilo Ranieri – Ricordo il suo utilizzare a volte il dialetto per spiegarci persino Kant e Platone, per avvicinarli più a noi, per praticizzare la filosofia, se così si può dire. Da lui ho scoperto tante tradizioni popolari della nostra terra come quella dei serpari di Cocullo. – ricorda – E chi ne aveva mai sentito parlare prima? Ma soprattutto ricordo il suo amore per la storia e la sua difesa ad oltranza dello studio vero, quello fatto sui libri di testo, giorno dopo giorno, senza improvvisazione».

Stessi ricordi anche per Sandro Sala, avvocato frentano e figlio dello storico giornalista del Tempo, Saverio Sala, amico e collega proprio di Giancristofaro che ha curato anche la prefazione del suo libro postumo. «Ho conosciuto Emiliano Giancristofaro come amico di mio padre prima e come professore al liceo poi, con lui ho amato la storia e studiato la filosofia, ma quello che a lui insegnava agli alunni era la capacità di pensare, di ragionare con la propria testa. – dice Sala a Chiaro Quotidiano –  Con lui ho conosciuto Cocullo e la festa dei serpari. Credo che nessuna sua classe abbia mancato all’appuntamento. Con lui – conclude – ho conosciuto e capito il significato e l’importanza delle tradizioni».

Il libro di Saverio Sala con la premessa di Emiliano Giancristofaro

«Ci lascia uno degli ultimi giganti, un punto di riferimento per diverse generazioni che hanno avuto l’onore di incontrarlo e di essere suoi alunni. Anche io sono stato un suo studente al liceo scientifico di Lanciano. Ci ha insegnato soprattutto a pensare, lo studio era una conseguenza. – è quanto dice in una nota pubblica il parlamentare di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, anche lui alunno di Giancristofaro. – È stato un pilastro dell’ambientalismo, della lotta civica in politica, della cultura e delle tradizioni. Donava gratuitamente tutto ciò che aveva, a partire dalla sua passione e dai suoi studi».

Il ricordo più dolce? Quello della figlia Lia che lo saluta dalla sua pagina Facebook: «Grazie per tanti motivi. Ma prima di tutto per avermi insegnato a pensare».

I funerali si terranno nel pomeriggio di oggi, giovedì 16 giugno, alle ore 17, nella chiesa di Sant’Antonio di Lanciano.

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