Torna dal 16 luglio al 31 agosto il mercatino sul lungomare di San Salvo e prova a rifarsi il look escludendo alcune tipologie commerciali finite più volte nella polemica. Il Comune di San Salvo ha pubblicato l’avviso per la ricezione di proposte per «l’individuazione dell’operatore economico al quale affidare il servizio di organizzazione e gestione dell’iniziativa». Chi intende realizzare il mercatino dovrà occuparsi anche dell’organizzazione e della gestione degli altri eventi estivi della marina.
L’area occupata è di 960 metri quadri e comprende il tratto pedonale del lungomare che va da piazzale Cristoforo Colombo a piazza Gramsci. Nonostante la finalità sia quella «di valorizzare e di promuovere lo sviluppo economico del lungomare incrementandone l’attrattività e stimolando la presenza di turisti e visitatori», l’iniziativa divide l’opinione pubblica.
Da un lato c’è chi, oltre a non ritenere qualificante la presenza di stand che vendono di tutto, dagli articoli da mare alla ferramenta passando per pelapatate e dimostrazioni di scope e panni magici per la pulizia della casa, pensa che l’iniziativa penalizzi le attività commerciali della marina; dall’altro non mancano invece gli estimatori (anche extrasansalvesi) che ritengono il mercatino elemento indispensabile per favorire il passeggio e la frequentazione del lungomare.
Per il Comune, molto più semplicemente l’evento – finora gestito solitamente dalla Eventi e servizi srl – è la soluzione più comoda per arricchire il calendario estivo nonostante le note limitazioni al bilancio con gli eventi organizzati dal vincitore del bando.
Quest’anno il Comune sembra aver recepito alcune delle contestazioni: oltre alla diminuzione del numero degli stand ammissibili (nel 2019 erano 85, ora sono 60), si legge nel bando pubblico che sono esclusi «gli operatori mercatali che vendono arredi di grandi dimensioni, articoli di ferramenta e prodotti di pulizia, al fine di aumentare la qualità del mercato in oggetto e di garantire un’immagine più armoniosa ed adeguata al contesto». Fino all’anno scorso tra i grandi classici del mercatino fronte mare c’erano infatti la grande rivendita di articoli di ferramenta (composta da 4-5 stand adiacenti), quella di divani e numerose dimostrazioni di articoli di pulizia per la casa le cui spiegazioni facevano da sottofondo musicale alla passeggiata serale. Le altre limitazioni imposte riguardano il settore alimentare: «il numero di operatori mercatali del settore alimentare ammissibili non può superare il 10% del totale di quelli proposti; per il settore alimentare, sono ammessi solo gli operatori mercatali che vendono prodotti gastronomici, bevande escluse».
Il valore del mercatino, si può sempre leggere nel bando, è stimato a poco più di 127mila euro, risultato della tariffa massima applicabile dal concessionario, di 55 euro al giorno a stand (questi possono essere gazebo o casette di legno di 4 metri per 4 metri per un numero massimo di 60) da moltiplicare i 47 giorni di presenza; tra i costi fissi da sostenere per l’operatore affidatario, oltre alla Tari giornaliera e all’energia elettrica, c’è il canone di concessione demaniale di 5.397 euro.
In presenza di più operatori, il Comune sceglierà a quale affidare il mercatino in base a questi criteri: qualità dei contenuti creativi e artistici degli eventi; qualità progettuale, organizzativa e promozionale degli eventi; qualità dell’evento mercatale e attrattività dello stesso; qualità progettuale ed organizzativa del mercato; esperienze nell’organizzazione di eventi analoghi svolte dall’operatore economico proponente.
Tra gli obblighi che il soggetto affidatario dovrà rispettare ce ne sono un paio rivelatisi aspetti critici negli anni passati: il divieto per i venditori di dormire negli stand e nelle aree circostanti (per partecipare al bando bisognerà fornire l’elenco delle strutture dove alloggeranno gli stessi durante il periodo del mercatino) e la pulizia delle aree occupate alla fine dell’evento.
Scadenza per presentare le offerte il 23 giugno 2022 entro le ore 13.