La città di Lanciano è sempre stata culturalmente ricca a livello associativo con tante realtà che quotidianamente operano nel tessuto cittadino in vari campi che spaziano dal sociale, passando per quello sportivo, per arrivare all’ambito culturale. Proprio in quest’ultimo settore opera da qualche tempo la locale sezione dell’Archeoclub.
Ma di cosa si occupa l’Archeoclub? Abbiamo intervistato uno dei fondatori, nonché l’attuale presidente, l’architetto Umberto Nasuti.
Umberto, Lanciano in passato ha già avuto una sezione dell’Archeoclub. Qual è, il motivo che ha spinto te ed i membri del direttivo a ricreare questa associazione?
«L’Archeoclub esisteva già in un passato non troppo vicino ed era presieduto dall’arch. Riccardo Urbano: poi per varie vicissitudini l’associazione è sparita, come d’altronde è successo in tantissime sedi d’Italia. Nel 2020 un nuovo presidente ha deciso di ridare forza all’Acheoclub a livello nazionale e noi, raccogliendo il suo invito, anche a Lanciano abbiamo fondato una nuova associazione Archeoclub, seguendo anche l’esempio del gruppo di Crecchio che noi tanto stimiamo. I motivi per cui abbiamo deciso di ricreare tale ente sono svariati: a spingerci a a farlo è stato soprattutto il nostro amore per la città di Lanciano e per il territorio della Frentania, ma ci fissiamo anche l’obiettivo di rappresentare un territorio che si estende fino ai monti più prossimi».
Oltre a te, chi sono le personalità della città che hanno sposato questa iniziativa?
«Dopo i primi incontri si è deciso che sia io a ricoprire la carica di presidente, mentre il vice presidente è Gabriele di Bucchianico ed il tesoriere è Gabriele Umberto Giannico. Altri componenti del direttivo sono Domenico. M. Del Bello e Camillo Orfeo. Tra i soci fondatori risultano anche Angelo Rullo e le giovanissime Melanie Verì e Martina Bevilacqua. Altri soci sono Nicola Siorilli, Lidia Favia, Alfio Fiammingo, Francesco Pili, Mariaserena Campana, Matteo Gemma e come socio onorario l’Arch. Riccardo Urbano».
Quali sono gli obiettivi ed i fini che si pone l’Archeoclub?
«Siamo pienamente coscienti del problema dell’abbandono di siti storici ed archeologici e la nostra associazione è pronta a battersi per la memoria e la storia del nostro territorio, ma anche per promuovere la cultura, l’archeologia, l’arte e la storia».
A causa della pandemia è stato difficile se non impossibile, pianificare ed organizzare eventi di qualsiasi genere. Ora che la situazione sembra migliorare, quali iniziative avete in cantiere per i prossimi mesi?
«La pandemia ci ha molto limitati nel realizzare iniziative, ma timidamente un paio di progetti sono stati compiuti già la scorsa estate, con una collaborazione stretta con l’istituto De Titta – Fermi che prevedeva delle lezioni e visite in luoghi della città di Lanciano. Senza dimenticare poi la grande iniziativa della presentazione del libro di Marco Cappelli (autore di uno dei podcast di storia più seguiti d’Italia) “Per un pugno di barbari. Come Roma fu salvata dagli imperatori soldati” tenutasi il 12 agosto a Fossacesia. Per il futuro faremo presto una cena basata su una antica ricetta bizantina in un noto ristorante cittadino, ed in cantiere ci sono iniziative sul territorio per far conoscere le nostre bellezze. Un mio pallino personale è quello poi di portare i nostri concittadini e gli abitanti di questa porzione sud della provincia di Chieti a conoscere meglio i luoghi delle battaglie sulla “Linea Gustav”, oltre che a Lanciano a Mozzagrogna, Orsogna, Castel Frentano, Santa Maria Imbaro, Fossacesia, Casoli, Fara San Martino, Civitella Messer Raimondo salendo poi verso Lama dei Peligni, Palena, Pizzoferrato, Quadri e così via».
È sempre problematico avvicinare le giovani generazioni ai temi cari all’Archeoclub, come il volontariato e la tutela del patrimonio culturale. Secondo te quali possono essere le modalità efficaci per catturare il loro interesse è soprattutto per farli appassionare a certe problematiche?
«Le giovani generazioni sono curiose, bisogna trovare il giusto modo e il giusto linguaggio per attirarli verso queste tematiche, comunque resta fondamentale la collaborazione con le scuole. Non è vero che i ragazzi di oggi non si interessano alla storia e all’arte, bisogna solo ascoltarli e parlargli in un linguaggio semplice e con umiltà».
La vostra sezione opera in una città come Lanciano che da sempre vive un profondo “controsenso”: nonostante sia ricca di arte, storia e tradizioni non riesce a fare di queste peculiarità, il suo punto di forza a livello di promozione turistica e del territorio. Secondo te da che cosa si deve ripartire per portare la città al centro dei grandi itinerari turistici nazionali ed internazionali?
«Prima di tutto non bisogna abbassare la guardia rispetto a certi interventi edilizi ed urbanistici che a volte per sviste e poca cura e a volte per scelte scellerate tendono a svilire o addirittura a far scomparire rare bellezze che rendono i nostri territori luoghi con forti identità e peculiarità, oltre che appetibili da un punto di vista turistico, luoghi pieni di amore e degni di essere vissuti e non certo abbandonati. Le nostre strade, i nostri palazzi, le nostre piazze, i nostri paesaggi, le nostre campagne sono luoghi abitati da millenni e i nostri avi non ci hanno lasciato solo pietre vecchie ma una cultura profonda ed una identità che merita rispetto e che ancora ci offre la possibilità di migliorarci e dare la possibilità a chi ci segue di migliorarsi. Senza la memoria e senza lo studio siamo sempre ad un punto d’inizio primitivo».