«Un gesto ribelle». Giovanni Mariotti lo chiama così. Votare per lui significa ribellarsi alle logiche di partito. Nel comizio di chiusura della sua campagna elettorale, prende la parola dopo altre due vecchie conoscenze della sinistra sansalvese: Osvaldo Menna, che come lui fino a un decennio fa era assessore, e Gabriele Marchese, che dell’ultima amministrazione di centrosinistra era il sindaco. Dieci anni dopo e con due vittorie del centrodestra in quella che fu definita la Stalingrado d’Abruzzo, sembra trascorsa una vita.
«Da più di due anni mi sforzo di rimettere insieme il centrosinistra e Dio mio è testimone», esordisce Menna. «Sin dalle prime riunioni ho detto che Fabio non poteva essere il candidato unitario. Ho proposto quattro nomi, non c’è stato nulla da fare. Alle nostre spalle è stato deciso il candidato da un piccolo gruppo di potere.
Alla fine di lunghe ed estenuanti riunioni, gli unici affidabili sono risultati i componenti delle liste che oggi ci sostengono. Con loro abbiamo chiesto al Pd di fare le primarie tra Fabio Travaglini e Gianni Mariotti. Com’è loro costume, non ci hanno risposto. A quel punto, siamo stati costretti ad abbandonare l’idea della sinistra unita esclusivamente per responsabilità del segretario del Pd. Abbiamo fatto bene perché al loro interno c’è una lista di destra. Mariotti è la vera alternativa di buon governo della città. Giovanni Mariotti sarà l’unico candidato sindaco che avrà il doppio dei voti delle sue liste. De Nicolis e Travaglini non sono mai stati eletti, ma sono stati ripescati. Altro motivo per non votarli: una è residente a Termoli, l’altro ha una dimora a Cepagatti. Votate Mariotti perché, se va al ballottaggio, stravince e riunisce tutta la sinistra. Fabio ha sempre perso, questa è stata ed è la nostra preoccupazione».
«Anche stasera abbiamo assistito alle sceneggiate del centrodestra», attacca Marchese. «Hanno invitato la gente a lasciare la piazza. Il centrodestra ha fallito, non è all’altezza di rigovernare San Salvo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. L’esempio più recente è la villa comunale. Da tre giorni gli operai stanno smantellando perché i lavori non sono stati fatti bene. Questa amministrazione ha promesso progetti ovunque: lungomare, centro storico, Icea. Non denigriamo la città, è una semplice constatazione, San Salvo sempre più sta diventando città dormitorio. Avete isolato la città. Vi siete vergognati di presentare i simboli dei vostri partiti e avete scomodato Falcone, Borsellino e il Papa, che sono patrimonio di tutti, vergogna. Il leader storico vi ha abbandonato: Clementina De Virgiliis vi ha abbandonato, qualche domanda dovete porvela. Noi siamo la garanzia del vero cambiamento a San Salvo. Vi invitiamo a votare per le vostre idee, per i nostri programmi. Siamo noi la vera alternativa, la coalizione di Travaglini ha snaturato la propria identità. Che senso ha la sinistra che si allea con la destra?».
Mariotti inizia con un chiarimento: «In queste settimane ho sentito rincorrersi voci di accordi che avrei stretto con gli altri due candidati per il ballottaggio. È uno scenario fantascientifico. Mi sono candidato con una mia proposta politica con l’obiettivo di realizzarla vincendo queste elezioni. Fare il sindaco è mettersi soprattutto a servizio della collettività. Per questo vi chiedo se è populista dire di rimettere a disposizione della città la propria indennità di servizio. Conta l’intelligenza e l’umiltà di circondarsi di professionalità specifiche e coordinarle mettendole a servizio della comunità. La mia presunta debolezza è la mia forza. Vi chiedo un voto di fiducia alla mia persona. Qualunque sarà il risultato, non sentirò mai venir meno l’affetto nei confronti della mia persona. Vi chiedo di affidare a me la vostra fiducia, perché i miei avversari rappresentano un modello politico reazionario lontano dalla gente. La competenza politica è la misura tangibile della capacità di mettersi a disposizione delle persone. Un sindaco fra la gente e per la gente non è solo uno slogan, ma rappresenta la mia natura ed è con questo spirito che ho costruito il programma e la squadra che mi appoggia». L’appello finale: «Appoggiare una persona che non è espressione di logiche di potere e di partito è un gesto ribelle.
Possa s salvo recuperare la luce che è da troppo tempo offuscata».