Dialogo n.1 e Dialogo n.2: è questo il nome delle due opere d’arte che l’artista frentano Paolo Spoltore ha voluto donare alla città di Lanciano. La cerimonia simbolica è avvenuta ieri pomeriggio nel chiostro del Polo Museale Santo Spirito, luogo questo, scelto per ospitare i due manufatti artistici. Insieme al maestro sono intervenuti il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini, l’assessore alla Cultura, Danilo Ranieri e la dott.ssa Antonella Scampoli responsabile della gestione del Polo Museale. Paolo Spoltore ha voluto spiegare il perchè di questo gesto di generosità che rafforza ulteriormente il suo legame con la città: «Sono nato e cresciuto a Lanciano – ha affermato l’artista – ed oggi è per me motivo di grande soddisfazione poter offrire alla città questi due totem che sono solo gli ultimi di una serie di mie realizzazioni che negli anni hanno trovato spazio e nuova vita negli spazi urbani: penso alle opere presenti nell’ex Casa di Conversazione, alle figure zoomorfe del Parco Diocleziano o a quella scenografica ancora visibile nell’aula magna del liceo classico “V. Emanuele”: è dagli anni ’90 – afferma ancora Spoltore – che cerco di dimostrare in questa maniera il mio affetto ed amore verso Lanciano ed i suoi cittadini».
I due dialoghi, realizzati in pietra e ferro per un’altezza di circa 210 centimetri, sono stati già esposti nel 2011 alla rassegna internazionale “G.B. Salvi” di Sassoferrato ed a spiegarne il profondo significato è l’artista stesso: «Dialogo 1 e Dialogo 2 sono opere distinte ma estremamente connesse e davvero comprensibili solo se ammirate insieme: il dialogo tra la testa ed il cuore è antichissimo e si fa risalire all’antica vocazione agricola del territorio frentano e – spiega ancora il maestro – la pala e la zappa presenti nel totem, raffigurano simbolicamente l’attaccamento delle persone alla propria terra ed al paese d’origine». Fortemente distintivo dello stile di Spoltore è il riuso scientifico che dà nuova vita e linfa a materiali di scarto, da cui prendono vita opere plastiche in ferro, sia zoomorfe che antropomorfe che si sviluppano verticalmente. Il desiderio dell’artista è che queste opere, «poste in un luogo di grande spiritualità e fortemente evocativo come il chiostro del Polo Museale, possano ergersi come nuovi “guardiani” della storia e della cultura, spingendoci ad una riflessione su quanto sia importante anche oggi, difendere, promuovere e valorizzare la nostra identità ed il nostro patrimonio».