È scontro tra balneatori e Comune di San Salvo su quello che sarà il lungomare del futuro. Da qualche settimana sono iniziati i lavori che per il momento si limiteranno ai sottoservizi per non interferire con la vicina stagione estiva. Il progetto – presentato pubblicamente 10 anni fa – è composto da tre lotti, il primo è finanziato dai famosi 2,4 milioni di euro versati dalla E2K – la società che sta realizzando il polo Amazon – nelle casse comunali; per gli altri sono previsti 900mila euro di finanziamento (aggiudicato) dal ministero degli Interni e 5 milioni di euro dalle risorse previste dal piano di rigenerazione urbana con fondi del Pnrr.
Nei giorni scorsi, i balneatori hanno partecipato a un incontro con il Comune per prendere visione del progetto. Se l’ente parla di «un valido momento di confronto che ha permesso ai titolari degli stabilimenti balneari di prendere visione dell’elaborato e segnalare alcuni rilievi», dall’altro lato non mancano toni più aspri. Una delle criticità emerse riguarda il muretto risalente agli anni Settanta destinato all’abbattimento realizzato all’epoca come protezione da pioggia e vento invernali. «Siamo al lavoro con i tecnici progettisti – dice il sindaco Tiziana Magnacca – per valutare e verificare le argomentazioni dei balneatori e per trovare soluzioni che possano garantire anche protezioni maggiori».
La presa di posizione dell’associazione Balneatori e Turismo San Salvo non si è fatta attendere: «Il progetto proposto risulta non idoneo alle necessità che il nostro litorale, non ha tenuto conto delle peculiarità intrinseche del nostro lungomare, legate principalmente a problematiche di tipo meteorologico. La progettazione è stata realizzata senza la minima collaborazione con i più diretti interessati che sono gli stabilimenti balneari che insistono su quel tratto di arenile, per questo non può incontrare il favore della nostra associazione».
«La riqualificazione – continua l’associazione – di quella porzione di lungomare porterà alla realizzazione di un’opera economicamente dispendiosa sia dal punto di vista esecutivo sia, soprattutto, di gestione. Rimaniamo fiduciosi che le modifiche richieste siano ancora apportabili a quello che è un progetto esecutivo e già in fase di preventiva realizzazione. Rimarchiamo allo stesso tempo la totale assenza di concertazione tra amministrazione e associazioni di categoria: una carenza di confronto che porta a interventi repentini e tardivi rispetto ad un iter condiviso in fase di progettazione».
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