Vale la regola dello scorso anno, per fortuna lo sport vastese, tra squadre e singoli atleti, non solo in Abruzzo ma anche e soprattutto in giro per l’Italia e l’Europa, ha raccolto negli ultimi dodici mesi splendidi risultati.
In tutti gli sport, nessuno escluso, la lista sarebbe davvero lunga, per non scontentare nessuno e correre il rischio di mancarne alcuni abbiamo deciso di consegnare un solo scettro. Ancora una volta guardando al calcio, nel 2024 toccò a Raul Zinni, per il 2025 l’asticella si è sensibilmente alzata.

Nessun dubbio, non si arrabbino tutti gli altri sportivi di Vasto ma, domenica 5 ottobre è stata una data storica per lo sport vastese (e anche abruzzese) quella che ha visto il giovane calciatore Nicolò Cavuoti esordire in Serie A. La Sardegna da cinque anni si è trasformata nella sua seconda casa, con il Cagliari è partito dagli Allievi Nazionali, poi la Primavera, le due stagioni in prestito in C tra Olbia e Feralpisalò per poi tornare alla base.
Dove, da inizio giugno è tornato a lavorare agli ordini di mister Fabio Pisacane, i due si erano già incrociati in Primavera, un dettaglio tutt’altro che trascurabile. Visto che, il tecnico rossoblù, punta forte sui giovani, non solo con le chiacchiere ma con i fatti. Basti pensare che dieci giorni fa, nel match pareggiato contro il Pisa ha schierato dal primo minuto ben tre classe 2005 e due 2002. In questi giorni, si sta parlando e scrivendo molto del “modello Cagliari” visto che di under 2002 finora ne ha già messi in vetrina una decina, molti dei quali diventati titolarissimi.

Tra questi c’è anche il 2003 jolly di centrocampo vastese che, ancor prima dell’esordio in A di inizio ottobre aveva già lasciato due tracce importanti nei primi due turni di Coppa Italia. Il 16 agosto firmando il rigore decisivo, nella lotteria dei rigori, per eliminare l’Entella. Poi da titolare, il 23 settembre, andando anche in gol nel 4 a 1 contro il Frosinone. Due giorni più tardi, giovedì 25 settembre, il Cagliari ha annunciato il prolungamento del contratto fino al 2030, un forte attestato di stima nei confronti di Nicolò. Che, come già detto, domenica 5 ottobre, a Udine, ha toccato il cielo con un dito entrando in campo al posto del compagno Obert. La prima in Serie A non si scorda mai. Di lì in avanti quasi 80 giorni senza mettere piede in campo (partita da titolare con la Primavera contro l’Inter), neanche a inizio dicembre negli ottavi di coppa a Napoli dove in molti pensavano di vederlo di nuovo dal primo minuto.

Così non è stato, si è iniziato a parlare della possibilità di mandarlo in prestito a gennaio in Serie B ma, Pisacane, al tramonto del 2025 lo ha di nuovo buttato nella mischia. Un’altra decina di minuti contro il Pisa, la prima all’Unipol di Cagliari. Festività natalizie tutt’altro che di riposo e da spettatore visto che, sabato 27 è stato schierato un’altra volta. Questa volta alzando ulteriormente il minutaggio e venendo preferito a Obert (entrato dopo) e Rog rimasto tutto il match in panchina. Subentrato al 73° al posto di Mazzitelli in una mediana orfana di Folorunsho e contribuendo alla splendida vittoria dei sardi al “Grande Torino”. Quando c’è Cavuoti in campo il Cagliari non perde mai, due pari contro Udinese e Pisa, vittoria a Torino, 5 punti pesantissimi in chiave salvezza.

In attesa della prima da titolare nelle prime tre presenze, recuperi compresi, un totale che va a toccare quasi i 50 minuti in campo. Poco tempo per godersi un anno indimenticabile e da incorniciare visto che la Serie A non conosce sosta e già dopodomani, venerdì 2 gennaio (20:45), il nuovo anno si “stapperà” proprio con la sfida tra Cagliari e il Milan vicecapolista. Non sappiamo quale sarà il futuro del gioiello vastese, Cavuoti però, sin da piccolo, ha le idee molto chiare, puntava all’esordio in Serie A e ci è già riuscito, ora guarda al 2026 con l’obiettivo di provare a conquistarsi una maglia da titolare e, perché no, sfornare anche primi gol e assist. Dopo un 2025 da sogni ad occhi aperti le ali verso il grande calcio si sono spalancate e Nicolò non ha nessuna voglia di guardarsi indietro.













