L’appello di Leone (Cgil) alla politica: «La dignità delle cure e del lavoro non può aspettare ancora»

«Nel giorno del Santo Natale, tempo che richiama ai valori della solidarietà, responsabilità e della cura del prossimo, si leva un appello alle istituzioni regionali e nazionali sul futuro delle strutture di riabilitazione ex art. 26 e delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa), pilastri fondamentali della sanità di prossimità». Inizia così l’intervento di Daniele Leone della Fp Cgil. «Si tratta di strutture accreditate e convenzionate che operano quotidianamente a stretto contatto con le comunità, spesso nelle aree interne dell’Abruzzo, dove rappresentano non solo un servizio sanitario essenziale, ma anche un presidio sociale ed economico. Da oltre dodici anni, tuttavia, queste realtà operano con rette bloccate, mentre i costi di gestione – energia, servizi, farmaci e presìdi sanitari – sono cresciuti in modo significativo. A ciò si aggiungono le difficoltà nel recupero delle quote sociali di competenza dei Comuni. Parallelamente, migliaia di lavoratrici e lavoratori della sanità privata accreditata e delle Rsa attendono il rinnovo dei contratti collettivi nazionali, scaduti da oltre un decennio. Infermieri, fisioterapisti, operatori socio sanitari, logopedisti, educatori e ausiliari continuano ogni giorno a garantire assistenza e cura con professionalità e senso di responsabilità, nonostante una condizione che non è più sostenibile».

Daniele Leone (Fp Cgil)

«Il tema è oggi al centro anche del confronto nazionale tra organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, Ministero della Salute e Conferenza delle Regioni. È stato ribadito con chiarezza che il rinnovo dei Ccnl non rappresenta soltanto una questione salariale, ma una questione strutturale, legata al finanziamento, all’accreditamento e alla qualità dei servizi resi ai cittadini. In Abruzzo questa riflessione assume un significato ancora più profondo. Le strutture sociosanitarie e riabilitative svolgono un ruolo decisivo nel contrastare lo spopolamento delle aree interne, garantendo occupazione qualificata a professionisti del territorio, trattenendo competenze, sostenendo l’economia locale e contribuendo alla crescita del Pil regionale. Indebolire questo sistema significherebbe impoverire non solo l’offerta di cura, ma la tenuta stessa delle comunità locali. Il Natale ci ricorda che una comunità si misura dalla capacità di prendersi cura dei più fragili e di non lasciare indietro nessuno. È per questo che l’appello alla politica regionale e nazionale è chiaro: sostenere con determinazione il percorso avviato a livello nazionale e, parallelamente, giungere alla chiusura del tavolo regionale sull’adeguamento delle rette. Due processi inscindibili, che devono procedere insieme per garantire dignità al lavoro, sostenibilità alle strutture e qualità dell’assistenza. Nel giorno del Santo Natale, l’auspicio è che questo tempo di riflessione si traduca in scelte concrete e responsabili, capaci di dare risposte a chi ogni giorno si prende cura delle persone più fragili e tiene vivi i territori».

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