Fumata nera: confermato il taglio di oltre 25 milioni al salario accessorio del personale sanitario

Tagli al salario accessorio del personale sanitario per oltre 25 milioni di euro confermati nell’incontro che si è svolto ieri all’assessorato regionale alla Sanità, alla presenza di Nicoletta Verì, al direttore del dipartimento Sanità Camillo Odio e al dirigente del servizio Risorse umane e finanziarie Ebron D’Aristotile. 

«Da diversi mesi stiamo chiedendo all’ente regionale di risolvere il problema derivante dal blocco del riconoscimento delle risorse previste dal decreto “Calabria” per le annualità 2024 e 2025 che, si stima, quotino più di 25 milioni di euro per le quattro aziende ospedaliere regionali – spiegano il segretario regionale Uil Fpl Antonio Ginnetti e il segretario Fp Cgil Abruzzo Molise Luca Fusari – È stata una fumata nera che al momento non porta nessuna soluzione. L’unico impegno preso dal tavolo è quello di verificare la possibilità di prevedere le risorse relativa al 2026, mentre possiamo considerare non recuperabili quelle relative al 2024 e 2025».

Le risorse richieste servivano ad integrare il trattamento accessorio per compensare specifiche condizioni di lavoro, quali turni e reperibilità, incrementare l’impegno del personale in reparti particolari e raggiungere obiettivi, definiti da accordi collettivi nazionali e integrativi aziendali. 

«La beffa – aggiungono i segretari – è che in pratica il costo del personale sanitario è uno dei pochi parametri che rispetta i vincoli normativi di contenimento della spesa sanitaria, di contro il personale sanitario si trova a doversi vedere ridurre il salario accessorio in misura consistente e contemporaneamente a vedersi aumentare le aliquote Irpef per l’anno 2026 con ulteriore effetto negativo sulla busta paga. I professionisti sanitari vivono ormai condizioni insostenibili: oltre a dover affrontare turni estenuanti a causa della grave carenza di personale, hanno ripercussioni sul loro benessere psico-fisico a causa, anche, delle aggressioni subite che ormai stanno diventando periodiche. Le condizioni di estremo stress, il sovraccarico di lavoro e le difficili condizioni operative contribuiscono all’allontanamento dai reparti nevralgici e dal sistema sanitario pubblico».

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