Uil: «Carcere, la politica fa passerelle mentre gli internati devono comprare l’acqua per lavarsi»

La Uil denuncia condizioni di lavoro sempre più critiche per la polizia penitenziaria del carcere di Vasto e una gestione delle strutture che definisce inadeguata. «Dov’è il garante dei detenuti, dov’è la politica delle inaugurazioni e passerelle, perché si continua a perseverare con manifestazioni di vicinanza agli internati e detenuti della casa lavoro con annessa sezione circondariale tipo pranzi sociali all’interno delle mura all’interno delle mura dove giornalmente si consumano diritti negati», chiede il segretario locale del sindacato, Giovanni Notarangelo.

Giovanni Notarangelo (Uil Pa)

La Uil Pa «si è opposta fermamente alla apertura del 3° piano perché vivendo il problema aveva preannunciato a cosa si andava incontro. Nella giornata di sabato 20 dicembre gli internati lavoranti in cucina sono stati costretti a lavarsi, si fa per dire, riscaldando la propria acqua comprata al sopravvitto, con i propri fornellini a gas, in parole povere si sono autofinanziati per togliersi di dosso gli odori della cucina e perché no il sudore derivante da una giornata di lavoro».

La denuncia delle condizioni complicate di lavoro è ormai giornaliera: «Fino a quando le risicate unità di polizia penitenziaria in servizio potranno raccontare che anche oggi il turno è finito senza alcuna conseguenza? Fino a quando la buona sorte farà in modo che non ci sia una rivolta all’interno di Torre Sinello?».

«Mai stata più appropriata la celebre frase di Voltaire: ‘il grado di civiltà di un paese si misura osservando le condizioni delle sue carceri», e conclude invocando adeguate precauzioni per il personale di sicurezza: «D’altronde viviamo in un paese straordinariamente preparato a rimediare ai disastri, ma guai solo a pronunciare la parola prevenzione».

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