Prosegue il braccio di ferro tra Comune e ambientalisti nella vicenda dei chioschi nella Riserva naturale Marina di Vasto. Dopo la determina, che ha approvato l’esito della procedura comparativa per la realizzazione di un punto ristoro, l’associazione Italia Nostra del Vastese ha subito inviato una diffida chiedendo l’annullamento in autotutela del provvedimento.

Secondo il Comune, l’iter autorizzativo segue quanto previsto dagli articoli 36 e 37 del Codice della Navigazione. La richiesta era stata avanzata dalla ditta Baiocco Giuseppe e Figli s.r.l., per un punto ristoro con annessi servizi igienici a ridosso della pista ciclabile. Dopo la pubblicazione dell’avviso pubblico e la scadenza del termine per la presentazione delle istanze, nessun altro soggetto aveva manifestato interesse, rendendo superfluo il ricorso alla licitazione privata. La determina evidenzia che il procedimento «garantisce il proficuo utilizzo dei beni demaniali e la valorizzazione del territorio comunale» e accoglie così la proposta.
Italia Nostra contesta la legittimità dell’atto. La diffida sostiene che la determina sia stata adottata «in totale contrasto con la delibera di giunta n.208 del 26/6/2025», che richiede l’approvazione definitiva del Piano demaniale e del Piano di assetto naturalistico (Pan) della Riserva prima di avviare qualsiasi concessione. Il presidente di Italia Nostra del Vastese, Davide Aquilano, sottolinea che «il Pan è ancora in fase di approvazione» e mancano elementi essenziali come la valutazione di incidenza ambientale, l’autorizzazione paesaggistica e il parere dell’ente gestore della Riserva. Per Aquilano, «procedere in assenza di questi passaggi significa adottare un provvedimento illegittimo”.
La diffida è stata inviata anche alla Procura di Vasto, all’Anac, alla Regione Abruzzo e alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, con la precisazione che, se il Comune non dovesse annullare l’atto entro dieci giorni, l’associazione ricorrerà alle sedi giurisdizionali.
Il caso riaccende il dibattito sull’equilibrio tra sviluppo turistico e tutela ambientale all’interno della Riserva e lungo la Via Verde della Costa dei Trabocchi. Il braccio di ferro tra Comune ed ecologisti, tra autorizzazioni e diffide, è destinato a proseguire.











