Il Tribunale di Vasto ha condannato un uomo di 48 anni a un anno di reclusione per minaccia aggravata dall’uso di un’arma nei confronti della moglie. I giudici hanno, invece, rigettando le accuse di maltrattamenti, atti persecutori aggravati dalla presenza di un minorenne, violazione di domicilio con violenza e accesso abusivo a sistema informatico.

La vicenda giudiziaria era cominciata lo scorso anno, quando il gip dell’Aquila, competente per i reati informatici, aveva disposto nei confronti dell’uomo un provvedimento cautelare. Nel corso del processo era emerso un video in cui l’imputato mostrava un’accetta, inviandolo alla moglie accompagnato dal messaggio: «Questa è per te», episodio da cui è scaturita l’accusa di minaccia aggravata dall’uso di un’arma.
Ieri la discussione e la sentenza. L’accusa è stata rappresentata dal pm distrettuale, Guido Cocco, che, al termine della requisitoria, ha chiesto una condanna a 3 anni, 6 mesi e 20 giorni. Il dispositivo è stato pronunciato in aula da Italo Radoccia, presidente del collegio di cui hanno fatto parte i giudici a latere Maria Elena Faleschini e Aureliano De Luca. Il 48enne è stato condannato a un anno di reclusione. L’avvocata di parte civile, Clementina De Virgiliis, non ha rilasciato dichiarazioni sull’esito del procedimento.
«È emerso – afferma l’avvocato difensore, Francesco Bitritto – che il mio assistito viveva in uno stato depressivo che non lo aiutava a gestire le proprie emozioni. Una volta avrebbe inviato un video esibendo un’accetta specificando che era per la moglie. Tuttavia il Tribunale in composizione collegiale, ha ritenuto la condanna per l’unico reato di minacce gravi, decisamente minore rispetto ai delitti di cui sopra». Secondo la difesa, «soprattutto sono state rilevantissime le registrazioni eseguite dell’imputato, prodotte al Tribunale, che hanno delineato un quadro diverso da quello descritto dall’accusa».












un anno e poco io gli avrei dato l’ergastolo a vita