A 32 anni, per la Prima Categoria, Giovanni Luongo rappresenta un autentico lusso. Che, non è dato sapere fino a quando, se lo godrà lo Scerni, sorpresa del girone B con il secondo posto, in compagnia della corazzata Casolana.
Il difensore classe 1993 campano, ma sansalvese d’adozione, in estate, dopo il mancato rinnovo con il Real Casale aveva deciso di restare in Promozione, accettando la chiamata del neopromosso Roccaspinalveti. Accordo arrivato a fine agosto con l’avventura in biancoverde durata due mesi e mezzo, poi la volontà di voler cambiare aria. Su di lui forte era il pressing dell’Atessa impelagato, proprio in compagnia dei roccolani, nei bassifondi del girone B di Promozione.

L’impressione è che proprio il “duello” in classifica e la vicinanza dello scontro diretto tra le due squadre (in programma a Roccaspinalveti, domenica 23 novembre) abbia irrigidito la dirigenza roccolana che rallentato il trasferimento verso gli atessani. Trattativa in standby, su di lui si è fiondato lo Scerni che facendo leva sulla presenza su tanti ex Real Casale, a partire da mister Picciotti, è riuscito a strappare il suo sì e, buttandolo subito nella mischia nel big match di Canosa Sannita, vinto con un tris.
Ironia della sorte, l’esperto difensore ex Vastese, San Salvo e Cupello, ha anche trovato immediatamente la via del gol con un imperioso stacco aereo. «Devo ringraziare l’AC Scerni – le parole di Giovanni Luongo – soprattutto il presidente Lazzaro per avermi dato la possibilità di liberarmi dal Roccaspinalveti. In rossoblù sono stato accolto splendidamente, ringrazio davvero tutti, compagni, dirigenti e staff tecnico anche perché esordio migliore non poteva esserci, mi sono subito sentito uno di loro. A Roccaspinalveti sono sorti problemi al momento che ho espresso la volontà di andare via, in estate mi era stato detto che mi avrebbero liberato senza problemi se avessi avanzato la richiesta, così non è stato ma ormai fa parte del passato. Sono a Scerni, voglio far benissimo anche qui, e togliermi altre soddisfazioni».











