Grande partecipazione e perfino un arcobaleno a salutare, sabato 27 settembre, sulla riva del Trigno, in località “Piana d’Ischia” di Tufillo, Atlante delle rive Trigno un inizio. L’azione corale dai ginepri alle argille fin dentro l’acqua del fiume promossa dalla Biblioteca comunale di Tufillo in collaborazione con il dipartimento di Bioscienze e Territorio di Unimol, è stato l’unico evento in Abruzzo degli oltre 40 che, in tutta Italia, hanno segnato la Giornata mondiale dei Fiumi, in risposta alla chiamata collettiva Atlante delle Rive storie di acque e fiumi italiani fatta da Marco Paolini per La Fabbrica del Mondo.

Oltre 70 persone di tutte le età, provenienti da Tufillo, Montemitro, San Felice del Molise, Celenza sul Trigno, Fresagrandinaria, San Salvo, Termoli, Vasto, Campobasso, perfino una coppia milanese venuta apposta da Cupra Marittima (dove era in vacanza), si sono ritrovate accanto al depuratore per iniziare insieme un cammino silenzioso nella piana per sedersi poi in ascolto su una delle rive più suggestive del Trigno, guidate dai gesti e dai passi sapienti di tre bambine – Sofia Iantoschi, Vittoria e Benedetta Stivaletta – insieme alla danzatrice Gisela Fantacuzzi e all’attrice Rosanna Sfragara.

«Davvero corale ed emozionato questo tempo lungo dedicato a ricucire un legame col fiume e riflettere sui suoi cambiamenti, in cui un’articolata drammaturgia di poesia, testimonianza e gesto ha alternato voci della scienza, come quella della botanica e ecologa Angela Stanisci, consulente scientifica del progetto insieme alle colleghe Carmen Rosskopf e Anna Loy (Unimol) e del geologo palmolese Concezio Rossi, racconti e memorie degli abitanti della Valle del Trigno, gli immaginari e le ipotesi di bambine e bambini, raccolti durante un percorso nelle scuole di Palmoli, le inquietudini dei cittadini di Celenza, per voce di Mario Di Nocco e Soraya Ninni, per quei cinque km di fiume scomparsi nel loro territorio, a causa dei prelievi in zona San Giovanni Lipioni; il tutto scandito dai canti popolari del coro femminile di Tufillo guidato da Marisa Sulpizio e dai contrappunti onirici della danza di Gisela Fantacuzzi», raccontano gli organizzatori.

«Un inedito ritrovarsi davanti alle geografie fisiche ed emotive del fiume: a toccare le drupe dei ginepri rossi che costellano ora la piana d’Ischia, insieme a ginestre, elicrisi, tamerici e stipe, a testimonianza di una terra fattasi arida e secca, a differenza di un tempo, quando era regolarmente inondata dal Trigno e popolata da pioppi, salici, e giunchi. Un’occasione per annusare essenze, toccare rocce, imparare le differenze fra il calcare, le marne e le argille; scoprire che la lontra, animale delle rive per eccellenza, è tornata sul Trigno, dopo 40 anni di assenza a causa del lungo cantiere della diga di Chiauci, e che la rara e magnifica cicogna nera, specie migratrice a rischio, ne solca i cieli e forse davvero, come ipotizzano gli ornitologici, nella Valle nidifica».

Un progetto, Atlante delle Rive Trigno, che unisce teatro, scienza e territorio, con un respiro triennale che si compone di una molteplicità di azioni e forme, trasversali alle generazioni, alle geografie della regione e ai linguaggi: già il 4 ottobre, un piccolo gruppo tra i partecipanti al Festival delle Cooperative di Comunità d’Abruzzo, si è ritrovato alle 7.02 esatte, l’ora del sorgere del sole, per Alba di fiume, un originale cammino poetico alla scoperta del Trigno guidato da bambine, scienziate e artiste; il 24 ottobre saranno le classi della scuola primaria di Fresagrandinaria a partecipare ad un atelier dedicato al fiume, nell’ambito della Prima giornata della sostenibilità promossa dal Sai; il 30 ottobre sarà la volta della città di Vasto che ospiterà Sfragara e Fantacuzzi in una breve conferenza poetica nell’ambito della Festa del Pianeta Terra promossa dall’associazione Vastoscienza.
Foto di Michele De Ceglia