C’è anche un giovane carabiniere abruzzese tra i feriti della strage di Castel d’Azzano (Verona). Domenico Martella, militare 25enne di Teramo in servizio al 4° battaglione Carabinieri Veneto è stato estratto dalle macerie del casolare fatto saltare in aria dai fratelli Franco, Dino e Maria Luisa Ramponi alle prime ore del mattino di ieri.
Ieri mattina c’è stato un grande spiegamento di forze perché un drone, tempo fa, aveva registrato la presenza di alcune molotov sul tetto. Per questo è stato deciso di procedere con una perquisizione. I tre agricoltori – con problemi finanziari e ipotecari – già l’anno scorso avevano minacciato di far saltare in aria l’abitazione. L’esplosione è avvenuta quando i militari si trovavano al primo piano. La deflagrazione ha ucciso sul colpo Valerio Daprà (brigadiere capo qualifica scelta di 56 anni), Davide Bernardello (carabiniere scelto di 36 anni) e Marco Piffari (luogotenente di 56 anni). I tre fratelli sono stati arrestati (uno di loro ha tentato la fuga tra i campi).

Tra le forze dell’ordine si contano anche altri 11 feriti. Tra questi c’è Martella, estratto vivo dalle macerie e che ora si trova in ospedale con diverse ferite e fratture. Ieri, l’inviata del Tg1, Elena De Vincenzo, lo ha intervistato. Una delle vittime, Piffari era il comandante della sua unità, alle vittime il suo primo pensiero: «Sono sopravvissuto per fortuna. Il mio primo pensiero va a loro, a chi non c’è più e a chi si è fatto male. La perdita di Piffari è una tragedia immensa, che non si può spiegare… per tutti noi, non solo a livello professionale, ma anche per la persona che era, umana».