8,2 milioni di euro per “Opere di manutenzione straordinaria delle infrastrutture, strade, ponti, colline a rischio frana, impianti” che fanno discutere. Il 6 ottobre, la Regione ha pubblicato l’avviso – destinato a Comuni al di sotto dei 30mila abitanti – per la presentazione dei progetti che gli enti possono caricare sulla piattaforma online entro il 16 ottobre.

La particolarità sta nel criterio che determinerà la graduatoria, non il “miglior progetto” o la priorità dell’intervento, ma data e ora di caricamento della documentazione. Il dipartimento Infrastrutture e Trasporti, infatti, verificherà i requisiti di ricevibilità e completezza delle domande pervenute; le istanze complete, quindi, saranno inserite nell’elenco delle istanze ammissibili «seguendo l’ordine cronologico di arrivo delle domande e faranno fede insindacabilmente l’ora e la data di acquisizione al protocollo della Regione», come si legge nell’avviso.
La dotazione finanziaria è quella prevista per l’annualità 2026, di 8,2 milioni di euro. I Comuni possono chiedere un finanziamento di massimo 500mila euro e l’opera deve essere avviata entro dodici mesi decorrenti dalla data di attribuzione delle risorse.

Numerosi i malumori, soprattutto di fronte al fatto che i primi progetti sono stati caricati qualche minuto dopo la pubblicazione dell’avviso. A chiedere l’annullamento dell’avviso pubblico e la sua ripubblicazione in altra forma sono innanzitutto i consiglieri regionali del Pd: «È scandaloso che un bando pensato per sostenere i territori più fragili si trasformi in una gara a chi clicca più veloce col mouse – dicono il capogruppo Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Blasioli, Antonio Di Marco, Sandro Mariani e Pierpaolo Pietrucci – Legare l’assegnazione dei fondi all’ordine cronologico di arrivo delle domande è un insulto al buon senso e al principio di parità: significa premiare chi è stato ‘avvisato’ in tempo e tagliare fuori decine di Comuni che non hanno strutture tecniche in grado di protocollare un progetto completo dopo pochi minuti dalla pubblicazione. Il sospetto è che qualcuno sapesse già tutto e si sia fatto trovare pronto prima degli altri. Se l’avviso è uscito alle 15 e alle 15.10 alcune amministrazioni avevano già protocollato progetti dettagliati, vuol dire che qualcosa non torna».
I consiglieri, quindi, chiedono «la revoca immediata del bando e annullamento delle domande già presentate; la ripubblicazione dell’avviso con criteri di selezione basati sulle priorità reali dei territori; la garanzia di trasparenza e parità di accesso alle informazioni per tutti i Comuni».

Dello stesso tono l’intervento dell’ex presidente Luciano D’Alfonso: «È mai possibile che, spulciando e verificando le candidature già presenti al protocollo della Regione, pubblicato l’avviso alle ore 15, alcune domande siano arrivate già pronte e confezionate con tanto di progetti allegati dopo pochi minuti? È possibile immaginare che ci siano dei Comuni tanto virtuosi e zelanti da aver destinato un dipendente esclusivamente al monitoraggio dei bandi regionali? E soprattutto che quel dipendente fosse in servizio dinanzi al computer alle ore 15 di un lunedì pomeriggio, quindi in un giorno non destinato al rientro pomeridiano lavorativo?».
«Il Governo regionale deve avere il coraggio di azzerare l’avviso e ripartire da zero, procedura realizzabile in neanche due ore, valutando non l’indice che preme sul tasto destro del computer, ma quelle che sono le emergenze reali dei territori abruzzesi e che sino a oggi non hanno trovato ascolto, tensione amministrativa, e considerazione del rischio».