«L’Abruzzo si sente oggi accolto e abbracciato da Assisi. Per la nostra regione, terra che custodisce l’eredità di Celestino V, questa occasione rappresenta un legame ideale e spirituale tra due grandi figure: Francesco e Celestino, Assisi e L’Aquila, la Porziuncola e Collemaggio. È stato proprio il Papa che ha voluto chiamarsi Francesco a proclamare L’Aquila e la Basilica di Collemaggio come la Capitale del Perdono». Sono le parole del presidente Marco Marsilio, intervenuto ad Assisi per le celebrazioni nazionali in onore di San Francesco.


Marsilio è stato ricevuto dal sindaco di Assisi, Valter Stoppini e dalla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e ha firmato il libro di onore della città. Successivamente ha preso parte alla solenne celebrazione eucaristica nella Basilica di San Francesco, alla presenza della presidente del consiglio, Giorgia Meloni e del ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
Un momento particolarmente significativo della celebrazione è stato l’accensione della lampada votiva dei Comuni d’Italia da parte del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, con l’olio offerto dalla Regione Abruzzo.


«Oggi l’Abruzzo è onorato di essere qui – ha aggiunto Marsilio – cuore spirituale dell’Italia, per rappresentare l’intera nazione davanti al suo Patrono. Abbiamo scelto di portare qui, ad Assisi, non solo l’olio dei nostri uliveti, ma anche segni tangibili di tutela e valorizzazione del patrimonio, contribuendo al restauro della loggetta di controfacciata della Basilica di Santa Maria degli Angeli e sostenendo il recupero di due dipinti settecenteschi raffiguranti San Francesco e Santa Chiara. L’olio votivo è stato portato in due anfore in ceramica aquilana, realizzate con le tecniche tradizionali del nostro artigianato artistico. Abbiamo portato le eccellenze dell’agroalimentare abruzzese, perché l’Abruzzo è terra di santi e di borghi, ma anche di sapori, di lavoro e di qualità».
Il presidente ha inoltre ringraziato il Governo e il Parlamento «che hanno votato per ripristinare a distanza di decenni la festività nazionale».


«Che questa giornata consacrata dal ricordo del Cantico delle creature a ottocento anni dalla sua composizione, diventi stimolo e spinta universale verso la pace, in un tempo fragile e incerto, in cui i venti di guerra, vendetta e divisione continuano a soffiare in ogni parte del mondo. Che la lampada accesa oggi davanti al Santo continui a brillare come luce di speranza, come guida per i giovani, come segno di pace per l’Italia intera».