Riaprire le seconde case per l’ospitalità turistica nei paesi, il progetto “HUBitare Monti Frentani”

Trasformare l’abbandono e l’inutilizzo in una risorsa per l’ospitalità. È l’obiettivo della comunità di progetto HUBitare Monti Frentani lanciata dalle cooperative di comunità Borgo San Giovanni (San Giovanni Lipioni), L’Alveare (Tufillo) e Accoglienti e gentili (Fresagrandinaria) all’interno dello sviluppo dell’omonima destinazione turistica grazie a un avviso pubblico del Gal Maiella Verde.

Il progetto, dall’eloquente denominazione Riaprire le seconde case, da qualche settimana è al centro di incontri nei comuni dell’entroterra vastese e, ieri pomeriggio, è stato presentato a Fresagrandinaria all’interno del calendario del Festival delle cooperative di comunità in programma fino a domani 5 ottobre, manifestazione organizzata da BorghiIN.
Dopo l’introduzione di Alessio Massari, è stata Giulia Marino a illustrare quanto previsto dalla comunità HUBitare. Il concetto è semplice: mettere a reddito alcune delle numerose seconde case oggi chiuse rispondendo all’esigenza di ospitalità dei paesi dell’entroterra, in virtù del lancio dei Monti frentani come destinazione turistica.

Quello delle case vuote è un aspetto cruciale all’interno del macro-tema dello spopolamento delle aree interne. I dati di qualche anno fa raccontano di centinaia di edifici vuoti con la percentuale di case inabitate che spesso supera di gran lunga quella degli immobili occupati. Un esempio limite è Schiavi di Abruzzo dove, secondo i dati Istat del 2021, ci sono oltre 1.800 case inabitate a fronte di sole 439 occupate stabilmente (una percentuale di case non occupate sul totale che supera l’80%, LEGGI).

Giulia Marino

Riaprire le seconde case si basa su tre azioni. Innanzitutto finanziare la perizia tecnica su immobili in buono stato, con sopralluoghi mirati a trasformarli in alloggio turistico. L’obiettivo parallelo è di avere un censimento delle seconde case e dei proprietari, «cercando di scalfire la loro ritrosia nell’immaginare un nuovo uso dell’immobile e facendogli capire che quella seconda casa può rendere inquadrandosi in uno sviluppo turistico dell’area già in cammino».

La seconda azione prevista dall’avviso pubblico è la conversione di spazi inutilizzati, soprattutto pubblici, in aree coworking grazie anche a interventi di infrastrutturazione digitale; in questo modo si intende offrire nuovi servizi a chi soggiornerà per qualche tempo nei paesi. La terza, infine, è l’organizzazione di corsi di formazione per cooperative di comunità sulla gestione dei servizi menzionati e sull’accoglienza turistica.

Verso la legge regionale sulle Cooperative di Comunità

Presente all’evento di Fresagrandinaria – oltre al sindaco Lino Giangiacomo, ai rappresentati di BorghiIN, delle cooperative e a primi cittadini del comprensorio – anche l’assessora regionale alle Attività produttive Tiziana Magnacca che ha dettato l’iter per il progetto di legge “Disciplina delle Cooperative di Comunità per il lavoro e la produzione”: «Una legge che mi auguro contribuisca a incentivare le aree interne possiedono tracce uniche di vestigia passate per la nuova frontiera che valorizzi il capitale umano. Non più la cooperativa legata al solo fine mutualistico ma anche con un respiro imprenditoriale».

Tiziana Magnacca e Lino Giangiacomo, sindaco di Fresagrandinaria

Il progetto di legge martedì prossimo, 7 ottobre, andrà in discussione in quinta Commissione permanente per proseguire il suo iter legislativo. «Una normativa – ha aggiunto l’assessora – a sostegno del territorio che riscrive la normativa regionale vigente dando una nuova veste al termine comunità con un’accezione attenta alle parole produzione e lavoro con una concezione più imprenditoriale che non si esaurisce nell’ambito geografico di un comune ma si estende allargandone i confini. Una nuova disciplina che vuol contribuire a creare il radicamento di chi vive nei nostri paesi favorendo con le cooperative comunità alla crescita del benessere. La montagna non è un luogo ma un modo di essere perché avete una capacità unica di resilienza. Sono convinta che occorre riportare valore nelle zone interne fornendo servizi come la scuola, la viabilità e la sanità e che vede la Regione impegnata a favorire questo processo».

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