Diciotto pagine che evidenziano incongruenze e lacune nel progetto di variante alla Statale 16 approdato, a gennaio, al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica [LEGGI]. È quello redatto dalla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale Via e Vas il 18 settembre scorso e caricato due giorni fa sulla relativa piattaforma online.

Parliamo della variante di 9 chilometri che da Vasto Marina dovrebbe arrivare fino allo svincolo con la Statale Trignina a San Salvo Marina. Dopo decenni di discussioni e polemiche, il progetto dell’Anas è stato depositato al Ministero per l’iter autorizzativo che dovrebbe portare alla realizzazione del lotto 0.

Nelle 18 pagine stilate dalla commissione diverse richieste di integrazioni sono assimilabili ai dubbi già sollevati dalle osservazioni presentate dal Comune di Vasto, da associazioni e privati. Ad esempio, si menziona «l’elevato numero di esemplari di olivi (500 alberi) che verranno interferiti a causa delle lavorazioni e la loro importanza per la fauna e l’avifauna che svolge in tutto o in parte il loro ciclo vitale». Oltre a ulteriori studi su interferenze e superfici interessate, l’Anas è chiamata a presentare un progetto di reimpianto degli ulivi espiantati «che contenga le indicazioni delle aree di reimpianto, i monitoraggi previsti per queste aree che ne mostrino l’idoneità come sito di reimpianto e la tempistica di realizzazione dei reimpianti nel rispetto delle condizioni di mantenimento in buona salute degli esemplari espiantati».
Particolare attenzione va riservata agli oliveti secolari, va specificato quali saranno impattati e devono essere quantificate le superfici sottratte individuando misure di mitigazione e compensazione appropriate.
Per quanto riguarda la fauna, non si citano solo le interferenze, ma anche il rischio di attraversamenti da parte di animali che potrebbero causare incidenti. La società dovrà individuare per le aree esposte idonee misure di mitigazione.
Sotto la lente c’è anche il viadotto Buonanotte che da progetto dovrà essere demolito e ricostruito. La commissione chiede integrazioni riguardanti le interferenze con il corso d’acqua e di spiegare alcune incongruenze tra i dati sulle misure dell’infrastruttura da realizzare: in una sezione del progetto si parla di viadotto lungo 100 metri con una campata di 20 metri e due di 40 metri, mentre in un’altra sezione si citano due campate da 55,5 metri e da 56 metri.

Per quanto riguarda gli aspetti sollevati nelle osservazioni presentate nei mesi scorsi (ad esempio dal Comune sulla fragilità della collina di Montevecchio), la commissione chiede numi su uno degli aspetti più delicati, ovvero il dissesto idrogeologico: nella documentazione «non viene data evidenza delle aree soggette a dissesto idrogeologico e frana, che potrebbero influire nella valutazione dello scenario di compatibilità e nelle altre fasi successive».
Altre lacune si riscontrano negli studi su qualità dell’aria (in fase di cantiere e successivamente), inquinamento acustico e interferenze con gli obiettivi di conservazione delle Zone Speciali di Conservazione “Marina di Vasto” e “Foce del Trigno – Marina di Petacciato”. Aspetti, questi ultimi, sollevati già dalle associazioni ambientaliste.
Ora l’Anas avrà venti giorni di tempo per depositare le integrazioni, salvo richieste di proroga che metterebbero il procedimento in stand-by.