Gas a Bomba: è scontro su progetto e compensazioni, «Non siamo il bancomat della Regione»

È sempre più scontro sul progetto di estrazione gas a Bomba. A far discutere e a provocare la nuova presa di posizione dei sindaci sono le dichiarazioni del consigliere regionale Nicola Campitelli, con delega all’Energia, e degli esponenti di Azione.

Campitelli: «Progetto sicuro»

L’ex assessore regionale ha salutato favorevolmente il giudizio positivo del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – in attesa si essere pubblicato – sottolineando la valenza del progetto: «Questo giudizio positivo rappresenterebbe, secondo le motivazioni prodotte, il superamento del “principio di precauzione” richiamato dal Consiglio di Stato nella sentenza del 2015, che aveva bocciato il precedente progetto per il rischio di subsidenza e la stabilità della diga del lago. Parliamo di un progetto nuovo, diverso dai precedenti, che secondo il Mase risponde ai requisiti richiesti e fugherebbe ogni dubbio legato alla sicurezza delle persone e dei luoghi».

Nicola Campitelli

«Da amministratore, ritengo doveroso mantenere un approccio razionale, con grande senso di responsabilità e rispetto verso le istituzioni. Le condizioni imprescindibili sono: tutela della salute, salvaguardia dell’ambiente con compensazioni per le comunità coinvolte, vantaggi concreti per famiglie e imprese, garanzie occupazionali e compatibilità con lo sviluppo socio-economico del territorio. Per questo intendo organizzare un tavolo permanente di confronto tra Regione, unico ente titolato a farlo, e l’azienda titolare del progetto. Tematiche di rilievo nazionale come questa vanno affrontate con responsabilità, confronto e razionalità, senza ideologie. È proprio l’ideologia che negli anni ha allontanato le soluzioni, rendendoci dipendenti da altri Paesi per l’approvvigionamento delle materie prime, con gravi conseguenze, soprattutto sulla sicurezza della nostra Nazione. Le scelte vanno compiute nella massima trasparenza, nell’interesse degli abruzzesi e del nostro amato territorio».

Scopino: «Non siamo un bancomat»

Le parole di Campitelli hanno provocato l’immediata reazione di Arturo Scopino, presidente dell’Unione montana dei Comuni del Sangro e consigliere provinciale: «Diamo una notizia al consigliere: un tavolo esiste già e lo ha creato l’Unione montana dei Comuni del Sangro proprio per evitare quanto già successo nella vicenda Acea, in cui al territorio furono fatte promesse di emolumenti che poi non sono mai arrivati. Anzi, per dirla tutta, quegli emolumenti sono finiti nelle casse regionali e poi sono stati usati dalla giunta Marsilio per altre finalità; non vorremmo che fossero serviti a finanziare manifestazioni come La notte dei serpenti o il Festival dannunziano, che nulla hanno a che fare con il nostro territorio».

Arturo Scopino

«Non ci stiamo a essere commissariati dal primo che si alza la mattina e che vorrebbe imporre un modus operandi che ha già fallito. Le “compensazioni per le comunità coinvolte” e i “vantaggi concreti per famiglie e imprese” devono riguardare i territori interessati: non siamo un bancomat per le spese allegre della Regione. Se bisogna costituire un altro tavolo, lo si faccia per capire come verranno usati i proventi derivanti dalla concessione idroelettrica data ad Acea. Noi saremo vigili inflessibili nel controllare che ogni euro e ogni opportunità prodotti in Val di Sangro restino nella stessa area».

Azione: «Energia per imprese e famiglie». Avs: «A chi stanno parlando?»

Ma lo scontro è anche partitico. Gli esponenti di Azione (Giulio Sottanelli ed Enio Pavone) vedono il progetto come utile per l’approvvigionamento energetico delle aziende della Val di Sangro: «Non si può giocare sulla pelle dei cittadini, delle aziende e degli occupati della Val di Sangro che dipendono da quell’energia. Non si parla di nuove trivelle, ma di un’area mineraria già esistente dal 2007 con due pozzi pronti a produrre. Se ci sono tutte le garanzie di legge per la sicurezza ambientale e geologica, come ha certificato la Commissione Via nazionale, non si può trasformare un’opportunità in un terreno di propaganda. C’è una possibilità concreta per ridare forza alle imprese, difendere l’occupazione e tagliare le bollette di famiglie e lavoratori e noi non possiamo sprecarla».

Il lago di Bomba

A chi ricorda la loro firma alla proposta di legge sulla Riserva naturale del Lago di Bomba, gli esponenti di Azione spiegano che «questa opportunità energetica non era ancora sul tavolo. Il progetto è compatibile con i parchi e le aree protette: così come, in Basilicata, ci sono pozzi petroliferi che operano anche all’interno del Parco nazionale dell’Appennino lucano Val d’Agri Lagonegrese. Il gas di Collesanto può essere la leva per salvaguardare la più importante area industriale dell’Abruzzo».

«Ci chiediamo – la secca replica di Alleanza Verdi Sinistra con Rita Aruffo e Daniele Licheri – a quali cittadini si stiano rivolgendo gli esponenti abruzzesi del partito di Calenda perché quelli del comprensorio si oppongono da 15 anni a questo progetto».

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