Stesi sul pavimento in pietra di piazza Barbacani cinque grandi striscioni: un elenco fitto di migliaia e migliaia di nomi dei morti civili palestinesi. Questa è l’immagine più emblematica della manifestazione che, ieri pomeriggio, venerdì 19 settembre, si è tenuta a Vasto per accendere un faro sul genocidio – così come è stato definito da Navi Pillay, a capo della commissione d’inchiesta dell’Onu, del popolo palestinese. La manifestazione, organizzata dalla Cgil con l’Anpi di Vasto, Emergency, La Conviviale, Comitato Abruzzo in movimento, Impatto e 25 aprile Abruzzo progressista, ha visto una piazza molto partecipata: molte erano anche le famiglie con bambini presenti alla mobilitazione.

«Quello che sta succedendo a Gaza è sotto gli occhi di tutti, non possiamo più dire di non sapere. Qualcuno vuole costruire grattacieli a Gaza, ma i grattacieli della nuova Gaza City sorgeranno su un cimitero di centinaia di migliaia di morti» le parole di Nicoletta Radatta de La Conviviale. «Riceviamo le testimonianze dei nostri colleghi lì a Gaza: ciò che sta accadendo è disumano. Vengono attaccati anche i campi profughi» è la testimonianza di Roberta Cipollone di Emergency. «Come diceva il nostro fondatore, Gino Strada, i diritti degli uomini devono essere diritti di tutti, altrimenti chiamateli privilegi» conclude Cipollone.


Tra gli interventi, uno dei più sentiti è stato quello di Letizia Saturno, in contatto con un ragazzo palestinese, Khaled, che ha riportato le vicissitudini e le difficoltà vissute in prima persona dal giovane a Gaza.
«Oggi abbiamo scioperato per quattro ore, e ora siamo qui in piazza per far sentire la nostra voce. Siamo in tanti qui a Vasto, e lunedì ne saremo ancora di più a Pescara, in Piazza del Sacro Cuore, per lo sciopero nazionale» afferma Daniela Primiterra, segretaria Filcams Cgil Chieti. «Per chi vorrà partecipare alla manifestazione, ci saranno degli autobus per raggiungere insieme la città di Pescara. Sappiamo benissimo che scioperi e proteste non fermeranno lo sterminio a Gaza, ma non possiamo rimanere in silenzio, non possiamo fare finte di nulla: manifestare è importante per far sentire il nostro dissenso, per dire “no, noi non ci stiamo“, affinché chi governa si renda conto che non si può restare in silenzio e inermi davanti a questa tragedia» conclude Primiterra.


