Tra gli ospiti della seconda giornata di Terre attrattive – evento nazionale dedicato all’innovazione turistica nei territori rurali che si sta tenendo a Palazzo d’Avalos – c’era questa mattina Emilio Casalini. Giornalista Rai, con il suo Generazione Bellezza, da anni racconta esempi virtuosi di Comuni che sono riusciti a frenare o invertire lo spopolamento.

Casalini è stato uno dei relatori intervenuti per il focus sui servizi delle comunità per il turismo insieme a Catia Zumpano (Crea). Centrale nel suo intervento l’esempio di alcuni dei centri visitati con Generazione Bellezza: Castel del Giudice (Borgo Tufi, modello di accoglienza diffusa e nuovi servizi per la comunità locale), Sciacca (infopoint diffusi nelle attività commerciali grazie all’impegno degli esercenti), Rasiglia (che sta evitando l’overtourism grazie alla gestione dei parcheggi), San Pio (dove le cooperative di comunità, forme di aggregazione che possono assumere ruoli di primaria importanza, hanno riaperto forno e alimentari), Castelsaraceno (qui è stato creato il ponte tibetano più lungo del mondo grazie al quale si sono innescati flussi turistici che oggi danno lavoro a 20 persone), Biccari ecc.
Non mancano gli esempi vicini come Aielli. Casalini cita il paese dei murales, in provincia dell’Aquila, anche nella nostra intervista, indicando, come filo conduttore dei centri visitati dal suo programma, «luoghi con amministratori e comunità che hanno deciso di smettere di lamentarsi. C’è chi ha riempito il paese di murales, scrivendo anche un intero romanzo su un muro, sembrava una scemenza, invece hanno vinto la scommessa, hanno scommesso su un sogno e l’hanno trasformato in realtà. La cosa che li accomuna è il coraggio di credere in una visione, il coraggio di partire, di iniziare. Poi ci si guarda indietro e si dice “Guarda cosa abbiamo fatto”. Guardare la strada di quei paesi che ce l’hanno fatta ci può ispirare a partire».
Tali esempi (tra gli abruzzesi c’è anche Tornareccio con la filiera del miele) si trovano tutti nella sezione dedicata di RaiPlay [GUARDA].


Tornando al ruolo che il turismo può avere nelle aree fragili, Casalini aggiunge: «Mai come quest’estate il turismo è stato indicato come il peggiore dei mali. L’overtourism è l’incapacità di gestione di un flusso e di governare qualcosa di positivo. Nelle aree fragili è uno strumento indispensabile, significa far tornare i giovani perché c’è qualcosa da fare, c’è qualcuno da accogliere. Ricordiamo che ognuno ha i turisti che si merita: se noi offriamo tanta roba di qualità, verranno persone che si fermano più giorni e torneranno felici; offrendo qualcosa da mangiare e un posto squallido in cui dormire non ce la faremo».
