Uscite Stellantis, «Con lo stipendio dimezzato costretti a scegliere tra dignità e sopravvivenza»

Da 2.400 a 1.200 euro al mese. È il caso limite portato alla luce dal segretario della Fiom Cgil di Chieti, Alfredo Fegatelli, riguardante un proprio delegato, lavoratore della Stellantis di Atessa. Dal maggio scorso, i dipendenti della fabbrica sono in regime di contratti di solidarietà dopo un anno di cassa integrazione. A giugno, l’azienda ha reso noto la possibilità per i lavoratori di aderire alle uscite volontarie incentivate entro fine ottobre. L’azienda ne finanzierà 400, ma le richieste superano le 600 unità.

Una scelta obbligata, secondo la Fiom Cgil, davanti a una drastica riduzione dello stipendio mensile: «È gravissimo che il turno di notte sia stato sospeso per una parte consistente dei lavoratori, mentre la produzione, se pur ridotta, continua, comunque, a un ritmo di circa 80 furgoni a notte, con meno addetti costretti a coprire più postazioni. Una sospensione parziale e selettiva, che genera disparità, precarietà e tensioni, senza alcuna spiegazione trasparente».

«Il caso del nostro delegato FIOM è emblematico e inaccettabile. Quando lavorava a notte fissa percepiva circa 2.400 euro al mese, oggi, dopo la rimozione dal turno e senza essere reinserito nei turni giornalieri, è stato collocato in Contratto di Solidarietà e si ritrova con appena 1.200 euro al mese. Un quasi dimezzamento del reddito che colpisce un lavoratore con due figli a carico, la moglie a carico e un assegno di mantenimento da versare. Una condizione che costringe un lavoratore e la sua famiglia a vivere sotto pressione economica e che lo porta a considerare l’uscita incentivata non per libera volontà, ma per sopravvivenza. Una situazione che per come si sta manifestando rischierebbe di trasformare queste uscite in modo “spintaneo”».

Il sindacato quindi si rivolge all’Ispettorato nazionale del lavoro: «Piena trasparenza sull’applicazione del contratto di solidarietà e sui criteri di reinserimento nei turni e il reintegro delle condizioni di lavoro e di reddito per il nostro delegato e per tutti i lavoratori che potrebbero essere nella stessa situazione».

Nei giorni scorsi, il ministro Adolfo Urso ha affermato che la ripresa produttiva per i siti italiani è prevista l’anno prossimo:

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