Accessi lievitati di una media del 30-35% nei pronto soccorso di Chieti, Lanciano e Vasto durante il periodo 10-20 agosto. La Asl traccia un bilancio dopo le numerose polemiche su affollamento e tempi di assistenza nei principali presidi ospedalieri della provincia.
L’ondata di maggiori accessi, riconducibili alle presenze turistiche nei territori, ha comportato un sovraccarico per tutte le strutture di emergenza-urgenza, con inevitabili ripercussioni sui tempi di attesa e «sulla percezione del servizio da parte dei cittadini». Questi i numeri degli accessi totali nel periodo citato: Chieti 1.900, Lanciano 1.100, Vasto 1.300.

L’analisi dei dati, diffusi dal direttore del Dipartimento emergenza urgenza della Asl Lanciano Vasto Chieti, Emmanuele Tafuri, evidenzia che le ragioni principali del sovraffollamento sono legate all’aumento della popolazione turistica nel periodo delle festività, con una conseguente maggiore domanda di assistenza, alla carenza di risposte sanitarie territoriali in alcune aree, che spinge le persone a rivolgersi direttamente al pronto soccorso, e all’uso non appropriato per prestazioni non urgenti.
La Asl evidenzia che «la percentuale di crescita maggiore ha riguardato i codici minori, ovvero richieste di carattere ambulatoriale che non avrebbero dovuto essere trattate in emergenza».
«Nonostante la pressione straordinaria – dice il direttore generale della Asl, Mauro Palmieri – le misure di contenimento attivate dall’Azienda hanno garantito la piena operatività dei servizi. In particolare, vista l’elevata affluenza di turisti a Vasto, al pronto soccorso dell’ospedale sono stati assegnati dal 1° agosto due medici in più, a integrazione dell’organico di nove unità. Tuttavia, lo sforzo organizzativo ha generato un elevato livello di stress per tutto il personale sanitario impegnato nei pronto soccorso. A loro va il ringraziamento e il plauso per la professionalità dimostrata ancora una volta in prima linea, in un contesto complesso e difficile».

L’azienda sanitaria poi evidenzia che «è importante ricordare un principio fondamentale: il pronto soccorso va utilizzato esclusivamente in caso di reale necessità e urgenza per garantire una risposta rapida ai casi più gravi; evitare attese prolungate legate a prestazioni non urgenti; alleggerire la pressione sugli operatori sanitari, migliorando la qualità e la sicurezza delle cure».
«I tempi di permanenza in pronto soccorso sono determinati da molteplici fattori – sottolinea Tafuri – tra cui la disponibilità di esami diagnostici e consulenze specialistiche. Anche per i casi più gravi, come i codici rossi, i percorsi assistenziali possono richiedere tempi tecnici non riducibili legati alla complessità».
La Asl poi annuncia altri interventi: un nuovo concorso per l’assunzione di medici al fine di rafforzare gli organici nei cinque pronto soccorso aziendali, turni aggiuntivi e il potenziamento delle risorse dedicate all’emergenza-urgenza, «così da migliorare la risposta assistenziale e alleggerire i carichi di lavoro del personale».