Barbarossa a Vasto tra risate col pubblico, canzoni di una vita e il ricordo di Baudo

Si sente una suoneria. «In genere, quando squilla un telefono, è quello del sindaco». «No, non è il mio». Musica, racconti di vita, scambi di battute col pubblico. Non solo un concerto, non un semplice il racconto di una carriera scegliendo una serie di canzoni che la narrano, ma anche uno show spontaneo fatto di ironia e leggerezza. Un Luca Barbarossa rilassato si diverte nel suonare davanti alla platea piena dei Giardini di Palazzo d’Avalos, «un posto meraviglioso, con un panorama incredibile» nella seconda serata della ventesima edizione di Musiche in cortile, la rassegna organizzata da Muzak eventi in collaborazione col Comune. «Mi hanno detto che è la terza volta che vengo a cantare a Vasto. Ormai non mi ricordo più tutti i posti in cui sono stato».

Vasto, Giardini di Palazzo d’Avalos: Luca Barbarossa a Musiche in cortile

Nove volte a Sanremo, «sono recidivo», e il ricordo di Pippo Baudo, che «ha inventato la televisione. La sua era una televisione fatta col cuore, ma anche col cervello. Non ha mai messo gli artisti in imbarazzo con intenzioni censorie. Ha fatto sempre dire agli artisti quello che volevano». Ed era proprio Baudo il presentatore del Festival nel 1992, anno in cui Barbarossa trionfò con Portami a ballare.

Un concerto-racconto che è un percorso dai primi successi degli anni ottanta alle recenti canzoni in romanesco, anzi «in romano, non romanesco. Non si dice mica milanesesco o napoletanesco». Tra i tanti brani, Yuppies, scritta nel 1988 per raccontare l’Italia di allora, è in buona parte ancora attuale per narrare l’Italia di oggi.

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