Martedì 22 luglio, (ore 21.30, piazza Barbacani) Remo Rapino sarà ospite della 32ª edizione di Scrittori in piazza per presentare il suo nuovo romanzo, Di nome faceva Arturo, edito da Città Nuova. Dialogherà con l’autore Loris Di Edoardo.

Di nome faceva Arturo
L’avventura terrena di Arturo si fa speranza e rabbia per gridare che non vi sono cieli impossibili, ma solo difficili: bisogna assaltarli e conquistarli. Il primo libro della sua vita Arturo Sabatini, manovale a giornata, detto Ciacià per il suo tartagliare parole, lo incontra tornando a casa dopo il lavoro al cantiere. Da quel momento, insieme a una bibliotecaria miope, a un filosofo di strada, a un architetto anarchico, a un vecchio rilegatore, a un cane zoppo e ad altri incredibili personaggi, comincia a lavorare al progetto di una biblioteca che, trasformando lo stato di cose esistente, possa diventare un salvifico appiglio per quanti, pur a fatica, resistono in terra, aggrappandosi ai fragili bordi dei sogni.
Remo Rapino
Nato a Casalanguida, risiede a Lanciano dove è stato docente di filosofia e storia nel locale liceo classico. All’attività da docente, accompagna sin dal 1993 l’attività di scrittore e poeta. Ha pubblicato, tra gli altri, Dissintonie (1993), La vita buona (1996), Caffetteria (1998), Cominciamo dai salici (2002), Un cortile di parole (2006), I ragazzi che dicevano okay e Il salice, il grano, la rosa (2011), Esercizi di ribellione (2012), Quaderni, storie di calcio quasi vere (2015), Vite di sguincio (2017). Tra le sue opere compaiono le raccolte di poesia La profezia di Kavafis (2003) e Le biciclette alle case di ringhiera (2017), Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio (2019), Cronache dalle terre di Scarciafratta (2021) e Fubbàll.
Nel 2019 pubblica, per la casa editrice indipendente minimum fax, Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio. Il romanzo intende raccontare uno spaccato del Novecento attraverso lo sguardo del protagonista, Bonfiglio Liborio, considerato una «cocciamatte», ossia il matto del paese. L’opera si è aggiudicata l’edizione 2020 del Premio Campiello, ed è risultata finalista al Premio Napoli e candidata al Premio Strega. Il documentario Gli occhi di Liborio, ideato dal giornalista Carmine Perantuono, diretto da Antonio D’Ottavio e ispirato al romanzo, consente a Rapino di vincere il premio speciale di letteratura ai premi Flaiano 2021. Nel 2021, riceve il Premio Culturale MuMi e il Premio Frentano d’oro. Nel 2022, sempre dal romanzo Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio, viene realizzato lo spettacolo teatrale L’ultima notte di Bonfiglio Liborio, con le musiche e la regia di Davide Cavuti, interpretato da Pino Ammendola e dallo stesso Rapino, e prodotto dal Teatro stabile d’Abruzzo e da MuTeArt Produzioni.