Dal ritenere la presa di posizione della Fiom «gravissima e poco lucida» alla convocazione del tavolo regionale dell’automotive «perché preoccupati dai numeri» il passo è stato breve, durato solo una manciata di giorni. Il caso Stellantis ora preoccupa anche Tiziana Magnacca che dopo due comunicati diffusi per stigmatizzare le allerte del sindacato è tornata sui suoi passi (nella prima nota, alla richiesta della convocazione del tavolo, l’assessora aveva replicato che sarebbe stato convocato quando ritenuto opportuno).

Dopo il -16% della produzione evidenziato dalla Fim Cisl Abruzzo Molise nei giorni scorsi, altri numeri che oggi preoccupano la Regione sono stati forniti dalla stessa Fiom, soprattutto in relazione all’andamento del sito dopo l’apertura dello stabilimento Stellantis per veicoli commerciali in Polonia: «Nel 2019, quando come Fiom Chieti mettevamo in guardia sul fatto che la nascita dello stabilimento Stellantis a Gliwice, in Polonia, non avrebbe portato ad aumenti di produzione ma anzi avrebbe sottratto volumi ad Atessa, venivamo accusati di esagerare. Oggi la realtà ci sta dando ragione e continuano a chiamarci catastrofisti».
Nel 2018 (quindi prima dell’avvio dello stabilimento polacco) ad Atessa furono prodotti 297.007 veicoli grazie all’impegno di oltre 6.400 lavoratori e lavoratrici, più circa 400 trasferiti da altri stabilimenti.
Sei anni dopo la nascita della fabbrica di Gliwice (quindi nel 2024) la produzione in Val di Sangro si è ridotta a 192mila veicoli, oltre il 35% in meno rispetto al 2018. A metà 2025, la situazione è ulteriormente peggiorata: nel primo semestre di quest’anno si sono prodotti circa 97.980 veicoli, scendendo per la prima volta sotto la soglia delle 100mila unità in sei mesi, circostanza non avvenuta nemmeno durante gli anni del Covid.
La produzione giornaliera, nel primo semestre, è stata di 930 veicoli (nel 2018 erano circa 1.250) e in queste settimane scenderà ulteriormente a 640 veicoli al giorno (da lunedì scorso non si effettua più il terzo turno), oltre il 30% in meno. Con tale trend, quindi, anche i 192mila furgoni prodotti l’anno scorso saranno lontani.

Dal punto di vista occupazionale la perdita è ben evidente: dai circa 6.400 occupati del 2018 si è passati oggi a 4.784 lavoratori, di cui 49 già ceduti a FCA Security. Con l’uscita incentivata prevista da Stellantis per altri 402 lavoratori, l’organico si attesterà intorno alle 4.446 unità nei prossimi mesi: una riduzione, dal 2018, di oltre il 30%, circa 2mila posti in meno, «senza contare i lavoratori somministrati, i trasferiti e le ricadute occupazionali dell’indotto».
Un approfondimento, poi, meriterebbero l’annunciato avvio di produzione di nuovi veicoli elettrici, citato da Magnacca come fattore di rilancio per l’ex Sevel: «Chi lavora in fabbrica sa bene che si tratta di produzioni minime, sporadiche, non certo di un piano industriale di rilancio. Ed è inaccettabile che a smentire Jean‑Philippe Imparato su Atessa non sia Stellantis in una sede ufficiale, ma un assessore regionale, per sentito dire», dice Alfredo Fegatelli, segretario provinciale Fiom.

Il sindacato, inoltre, rende noto che in Polonia il gruppo sta investendo in interventi strutturati: nuovi impianti fotovoltaici, un Hub software con oltre 300 ingegneri attivi, produzione di e-Ducato con batteria da 110 kWh e avvio della produzione di veicoli a idrogeno, «Una strategia chiara e precisa che individua Gliwice come nuovo centro nevralgico per l’innovazione e la mobilità sostenibile».
Dall’appuntamento del 18 luglio, quindi, si attendono informazioni vitali per l’intero settore automotive regionale.