L’assessora regionale alle Attività produttive e al Lavoro, Tiziana Magnacca, se la prende con il segretario generale della Fiom Cgil di Chieti, Alfredo Fegatelli, definito «irresponsabile» per aver lanciato l’allarme sulle parole del responsabile Europa di Stellantis, Jean-Philippe Imparato.
«Siamo tutti noi molto sorpresi dalla sordità della Commissione europea alle richieste delle regioni europee, che hanno una forte specializzazione industriale dell’automotive e del Comitato delle Regioni, oltre che di molti dei gruppi politici del Parlamento europeo, che chiedono a gran voce un cambio di passo sulle politiche industriali, oltre a un maggiore sostegno alle nostre economie perché la transizione sia davvero giusta e democratica», dice Magnacca che poi attacca il sindacalista.
«Ma se è possibile parlare di assenza di responsabilità questa va riferita anche alle dichiarazioni al segretario generale della Fiom Cgil di Chieti Alfredo Fegatelli. Gravissimo scrivere è titolare un comunicato che prefigura la chiusura di uno degli stabilimenti strategici di Stellantis come quello di Atessa, di cui non solo Jean-Philippe Imparato, responsabile per l’Europa di Stellantis, non né parla, né cita affatto, ma sul quale vi sono state espresse dichiarazioni sulla importanza e preponderanza per le produzioni e il fatturato per Stellantis».
In realtà, Imparato, intervenuto ieri agli Stati generali dell’energia organizzati da Forza Italia alla Camera, cita lo stabilimento abruzzese quando parla dei rischi economici del futuro per il gruppo: «Il rischio massimo che ho è di 2 miliardi e mezzo fra 2-3 anni. Questo lo pago una volta, la seconda volta chiudo Atessa». Oltre a questo passaggio, Imparato cita «conseguenze assolutamente drammatiche» se non si cambia qualcosa «entro la fine dell’anno».

«Gravissimo e forse anche poco lucido gettare nel panico migliaia di lavoratori e di imprese dell’indotto urlando addirittura la chiusura dello stabilimento in Val di Sangro – continua Magnacca – Occorre maturità per comprendere le trasformazioni in atto, lucidità di reazione e individuazione di soluzioni. Questo ci si aspetta da coloro che sono chiamati a rivestire ruoli di responsabilità. Se poi occorre dimostrare l’esistenza in vita urlando cose infondate ed anche gravissime, si potrebbe aprire una gara con molti vincitori ma con uno sconfitto evidente: il mondo operaio e dei lavoratori in genere».
«L’unico stabilimento che produce furgoni in Italia non chiude, sempre che non debba farlo per dar voce a qualcuno. Regione Abruzzo in questo ultimo anno ha lavorato accanto al mondo produttivo seguendo con particolare attenzione l’automotive, lo stabilimento di Atessa con il suo indotto. Abbiamo tenuto in meno di un anno tre tavoli regionali (Teramo, Atessa e Sulmona), siamo stati presenti ai tavoli nazionali presso il Mimit con i sindacati nazionali e ai tavoli nazionali di Stellantis. In ciascuno di questi il ruolo svolto da Regione Abruzzo è stato di ascolto, di proposta e di denuncia, quando era necessario. Senza contare il ruolo fondamentale svolto dal presidente Marco Marsilio in Europa proprio sul tema della transizione energetica».
«Più impegno e meno polemiche in un periodo in cui necessita grande maturità e serietà anche nel dibattito pubblico. Anche perché se dovessimo metterla “sul piano politico” dovremmo ricordare che questa debacle dell’industria europea è stata scelta, voluta e votata da una parte politica (Verdi e Pse) che ispira alcuni dei sindacati che oggi gridano alla distruzione dell’automotive e alla perdita dei posti di lavoro».
«Siamo invece impegnati a tentare di mettere rimedio in Europa proprio a quelle scelte scellerate appoggiate, senza colpo ferire, senza un comunicato stampa, senza una dimostrazione, senza uno sciopero, senza una sfilata, da chi oggi teorizza la chiusura degli stabilimenti di produzione di autoveicoli. Perché allora hanno appoggiato quelle politiche che hanno favorito il mercato cinese e affossato quello europeo? Sono scesi in campo forze ideologizzanti del motore elettrico: in maniera acritica e senza preoccuparsi sui riflessi che avrebbe avuto sulla vita dei nostri lavoratori e delle loro famiglie. Anziché rimproverare il passato di Regione Abruzzo, proverei a fare un esame di coscienza al posto di molte penne dalla scrittura facile».
«Quel che conta oggi è tamponare i danni di quella corsa ideologica e insensata, e immaginare soluzioni che mettano al riparo le nostre aziende, le nostre produzioni e i nostri operai. E per questo occorre una maturità capace di ammainare le bandiere e togliersi giacche di appartenenza, indossando le uniche vesti utili agli abruzzesi e al mondo del lavoro: quelle dell’impegno, della serietà e della capacità di fare squadra in uno dei momenti più difficili della produzione industriale europea. Se si è capaci di dare questo, si vince tutti. Diversamente qualcuno rimarrà ai margini delle fabbriche e del mondo del lavoro».
«Lo stabilimento di Atessa non chiude; ha ed avrà le sue difficoltà, ma solo un cieco non vede che è l’unica produzione di veicoli commerciali in Italia e la più grande in Europa – conclude Magnacca – In questo senso vanno tutte le interlocuzioni che Regione Abruzzo ha avuto e sta avendo con Stellantis. Il tavolo regionale avrà la sua quarta convocazione in un anno quando sarà ritenuto necessario e opportuno da coloro che lo compongono e senza necessità di dover paventare la chiusura di una fabbrica».
Le rose prima o poi tireranno fuori le spine….e poi mi spiegate chi dovrebbe comprare un furgone oggi, quando avete in pompa magna applaudito le consegne con i droni proprio nel paesello della SIV ???
Il mondo cambia in fretta e lo sa benissimo il futuro sindaco di Vasto……nel mio avevo avvertito da tempo i lavoratori soprattutto quelli che svolgono il doppio lavoro; fate scorte di zappe perchè il paesello si reggerà solo e soltanto grazie all’agricoltura e pastorizia.